copertinascritto da FNOB (Federazione Nazionale Ordine Biologi)   

La conferenza “La gestione del patrimonio naturalistico italiano degli ultimi decenni”, che si terrà a Roma il 22 maggio 2023, nella giornata dedicata alla Biodiversità, avrà l’obiettivo di aprire un’approfondita riflessione su basi scientifiche sulla necessità di proteggere la popolazione dei mufloni dell’Isola del Giglio.

Un articolo pubblicato da diversi scienziati italiani sulla rivista Diversity ha definito questa comunità di ungulati come “risorsa genetica inestimabile e insostituibile”. Inoltre, tale patrimonio faunistico è di importanza storica, paesaggistica e culturale nell’habitat in questione.

La soppressione dei mufloni, introdotti qui da molti decenni, rientra nel progetto Life LetsGo Giglio, sostenuto economicamente dall’Unione europea, con l’obiettivo di migliorare la biodiversità sull’isola. Ma le voci contrarie, dalla scienza agli abitanti del luogo, sono numerose.

Secondo lo studio scientifico citato, “i mufloni del Giglio sono portatori di varianti (sia aplotipi mitocondriali, che varianti nucleari), non presenti altrove, le quali caratterizzano la popolazione locale di mufloni in termini genetici e mostrano un’integrità (purezza) genetica, priva da contaminazioni con razze domestiche, non rilevata in altre popolazioni dell’Europa continentale”.

I mufloni del Giglio, quindi, presentano caratteri genetici ormai assenti nella popolazione di origine, cioè quella sarda, caratteri che dovevano essere ancora presenti al momento della costituzione dell’attuale popolazione gigliese e che si sono mantenuti nel nuovo nucleo così costituito. Per di più, i mufloni del Giglio rappresentano un frammento dell’eredità genetica presente nei progenitori neolitici, trasferiti anticamente in Sardegna dall’Anatolia. Questa autenticità, genetica e geografica, andrebbe preservata.

Se da un lato la popolazione di mufloni sardi è protetta dalla Legge, non solo per una diminuzione numerica della popolazione, ma anche per la vulnerabilità associata alla perdita dell’originale diversità genetica, nel caso dei mufloni dell’Isola del Giglio, l’abbattimento, la sterilizzazione chirurgica e la cattura, con l’intervento dall’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano, ha provocato danni a questo importante bacino genetico, con la soppressione sino ad oggi, di oltre cento individui e la sterilizzazione di molti altri.

Il proseguimento dell’eradicazione dei mufloni del Giglio comporterebbe la perdita della diversità genetica di questa specie. I relatori della conferenza chiederanno di rivedere le pratiche di eradicazione, avviando un programma di recupero biologico e genetico, per garantire la sopravvivenza di questo nucleo di mufloni, che è stato originariamente costituito con “finalità non venatorie, ma esclusivamente scientifico-conservazionistiche”.

Da sottolineare quanto sia importante ascoltare le comunità locali, che si sono mobilitate dimostrando la volontà di conservare questo piccolo nucleo di mufloni al Giglio. A tal proposito, un numeroso gruppo di agricoltori dell’isola, ha pubblicato una lettera aperta, nella quale sottolinea come questo ungulato faccia ormai parte della natura del luogo e del suo paesaggio, costituendo anche un’importante attrattiva turistica. Questo è un esempio di convivenza armoniosa della comunità locale con una piccola popolazione di animali di grandi dimensioni, da divulgare come un modello positivo, anziché debellarlo.

Il caso dei mufloni del Giglio, come quello di altri progetti LIFE condotti nell’Arcipelago Toscano e di altri progetti simili su altre isole italiane negli ultimi decenni, sarà dunque oggetto della conferenza, alla quale parteciperà un gruppo internazionale di specialisti in varie discipline.

Di seguito si pubblica il programma dell’incontro.

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Le iscrizioni si chiuderanno il 18.05.2023

   

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