Da qualche tempo ci sono centinaia e centinaia di gabbiani che ogni anno immancabilmente vengono dal continente e quando arrivano, nel mese di aprile, fanno il nido. I loro posti ideali sono quelli della zona del Falcone: ogni passo che si fa se ne possono vedere uno o due situati proprio dove fini scono gli scogli e comincia la vegetazione. Covano in terra nelle buche di sabbia con pochi stecchi intorno. Quasi tutti i nidi hanno tré uova messi due per lungo e uno di traverso, sono di colore verdastro e picchiolettati di nero.Quando il mese di giugno nascono i piccoli, allora comincia il tam-tam: si vedono in mare centinaia di gabbianelli e sugli scogli quelli ancora più piccoli, appena nati, ma, appena riescono, cercano subito di tuffarsi in mare; questo gli serve per non avere nessun problema con altri animali come gatti selvatici, topi, falchi che, essendo i piccoli poco abili, se li mangerebbero. I gabbianelli si nutrono di pesci che gli vengono procurati dalle madri, ma soprattutto di grilli e cicale che trovano nella campagna e inoltre di olive che da qualche tempo hanno imparato a mangiare. Un altro uccello è il falco pellegrino, che è un animale meraviglioso. Ce ne sono rimaste quattro cove, ma in passato erano almeno una decina. Quelle che sono rimaste covano alla Ripa dell'Altura, ai Cignarelli, alla Ripa della Penna e allo Sdrovinato. Di solito fanno dalle due alle tré uova e il loro nido viene fatto in terra senza nessuno stecco o paglia, depongono le uova nel mese di febbraio e quando arriva il mese di maggio i piccoli sono già pronti per volare. Questi falchi si nutrono di uccelli di passo, tipo quaglie, tortore, cui bianchi, insomma tutti gli uccelli che possono emigrare a nord. Dove hanno il nido lo si può scoprire facilmente perché ci sono centinaia di uccelli catturati e da quante penne ci sono ci verrebbe un materasso. L'isola è il posto ideale per questo animale perché è posta davanti alla Corsica e alla Sardegna ed è l'ideale per il passo degli uccelli che emigrano dall'Africa verso il nord Europa e mentre ci passano per ripartire, questi ne fanno una strage. I piccoli quando volano stanno giornate ad allenarsi in aria insieme agli adulti per imparare a cacciare, infatti si sentono anche le grida e gli speronamenti; poi, appena pronti per nutrirsi da soli, vengono allontanati dai genitori e addirittura mandati via dall'isola, dove si dice che passino perfino lo stretto di Gibilterra. Così restano solamente gli adulti che avevano il nido e questo si ripete ogni anno in cui arriva la stagione della cova. Il corvo reale di solito ama fare il suo nido davanti alla Ripa della Penna. In tutta l'isola ce ne sono solamente due ed anche in passato ce n'è sempre stata addirittura una sola cova; il nido viene fatto con molti stecchi di radici e impastato con terra ed erba e ci vengono deposte quattro o cinque uova. Quando i piccoli sono volati, anche i corvi, come i falchi pellegrini, scacciano via dall'isola i nuovi nati. Si dice che facciano questo perché non trovano abbastanza cibo per tutti e quindi per sopravvivere quelli più adulti cercano di allontanarli. Per almeno una settimana continua una lotta spieiata fra di loro, fino a che non vengono mandati via dall'isola per sempre. Questo si ripete da secoli e solamente in qualche anno, nel passato - quando c'erano molte capre e pecore e durante la stagione molti di questi animali morivano, diventando cibo ideale per tutti i corvi- allora restavano anche i nuovi nati e da questo si è capito il vero motivo dell'allontanamento dall'isola. Da qualche anno si vede anche la presenza di un altro meraviglioso animale: la poiana. Ce ne sono solamente due cove. Non si sa il perché, ma da quando questi uccelli si sono stabiliti sull'isola non l'hanno più abbandonata. Covano nelle ripe dello Sdrovinato, fanno dalle due alle tré uova e il loro nido viene fatto con stecchi robusti e paglia. Nel mese di maggio si notano già i primi voli dei piccoli nati, nei punti più alti dell'isola. Queste poiane si nutrono di topi e conigli che trovano in campagna, ma anche di grilli e cicale. Sono molti anni che fa il nido sull'isola anche l'upupa. Come si sa, ha dei meravigliosi colori e una . cresta tipo gallo. Quando arriva il mese di marzo già si vedono i primi arrivati. E' un uccello che viene dall'Africa e si dirige verso l'Europa del nord; al Giglio trova il suo ambiente ideale. Fa il nido nei muri e anche nelle greppe (muretti a secco) dove un tempo c'erano le vigne. Basta che ci sia una buca fonda una ventina di centimetri essa ci depone le uova in maggio; quando i piccoli sono nati, vicino al nido c'è un puzzo pestilenziale da non resistere e questi gli serve per tenere lontano alcuni predatori, tipo serpi e topi, per far sì che i piccoli non vengano mangiati. Si nutrono di vermi, bruchi, farfalle, ma anche di ciliegie e altre bacche. I piccoli, quando sono già volati, sono sempre in gruppo, naturalmente con la presenza di adulti che sorvegliano, fino alla fine di settembre, quando poi, appena è il momento giusto, partono per ritornare di nuovo in Africa.
Il canivello (o gheppio) è un falchette piccolo ma molto veloce che fa il suo nido anche nelle ripe di campagna ma soprattutto nelle vecchie torri e nei vecchi casolar!. In Giglio ce ne sono una decina di cove: di solito depone da due a tré uova, il suo nido è senza nessuno stecco o paglia, sta solamente su un terriccio fine un po' scavato a forma di buca. Questi uccelli si nutrono soprattutto di lucertole e grilli, ma anche di piccoli topi o di conigli appena nati. Si notano soprattutto vicino al mare perché la temperatura è più dolce ma anche perché si nutrono di qualche piccolo granchio o di piccoli pesci che stanno a riva nell'acqua bassa. Di barbagianni si nota un'unica coppia, che solamente da qualche anno fa il nido sull'isola. In autunno ci sono anche quelli di passo che emigrano da un continente all'altro, ma diffìcilmente si fermano per nidificare. Il perché a volte nidifica, a volte no si capisce notando una cosa: siccome è un uccello notturno e di giorno dorme, il suo nido è sempre infastidito da altri uccelli, soprattutto dai gabbiani, che sull'isola sono a migliala; infatti appena le uova si schiudono, i piccoli vengono subito mangiati sen za nessun indugio, dato che la madre di giorno dorme e non li può difendere. Da questo si capisce anche il perché negli ultimi anni questo animale si nota solamente in autunno e in inverno non fa più il nido sull'isola, specialmente da quando i gabbiani sono scappati dall'isola di Giannutri (dove erano a migliala e nidificavano) per la presenza di ville e turisti e si sono trasferiti al Giglio invadendo tutta l'isola. Il beccafico è un uccelletto che emigra dall'Africa verso l'Europa ed è abituale passare sull'isola per riposarsi qualche giorno e poi ripartire. Viene chiamato dai vecchi contadini con questo nome per il semplice fatto che tutti gli anni, quando ai primi di settembre ritorna verso sud, si ferma per un breve periodo, ma in quei pochi giorni per le piante di fico non c'è tregua. Quasi tutti i fichi presenti vengono bucati, anzi assaggiati per sentire qual è il migliore; così l'uccellino riesce a fare una strage rovinandone gran parte. Ma questo beccafico è stato anche utile per il fatto che veniva notato dagli stessi contadini che, vedendolo arrivare, sapevano che in Europa già si èra incominciata ad abbassare la temperatura e c'erano stati temporali e quindi serviva come informatore delle previsioni del tempo. I contadini, al suo arrivo, già si preoccupavano di togliere i fichi secchi che avevano messo a seccare sulle coti (massi) al sole perché prima o poi sarebbe piovuto anche qui da noi e quindi si sarebbero rovinati.
Picchi Muraioli: Il picchio muratore può raggiungere una lunghezza di 16 cm e possiede un piumaggio le cui parti superiori sono di un colore grigio plumbeo e quelle inferiori di un color ruggine. La gola ed il mento sono bianchi ed una stria nera attraversa l'occhio. Il peso di un adulto si aggira sui 22-25 grammi. Il suo volo non è molto rapido ma è assai leggero, ed è capace di percorrere, senza fermarsi, lo spazio che divide un albero dall'altro e che talora può essere lungo anche un chilometro. Presenti in tutte le coste rocciose delle isole incluse le pareti di antiche fortezze e edificazioni. |
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Gabbiano reale: Stupendo vederlo in volo, I gabbiani sono ottimi nuotatori e fanno parte del paesaggio marino. Fendono l'aria battendo lentamente le ali, sfiorano l'acqua con larghe virate, si tuffano improvvisamente per raggiungere sott'acqua la preda che hanno individuata. Volano in modo meraviglioso, ma non veloce. Sfruttano le correnti d'aria che li aiutano a salire e a scendere, senza quasi muovere le ali. Si può dire con certezza che quando volteggia nel cielo nuvoloso, e si dirige verso la terra, la tempesta sta per arrivare. Gridano frequentemete con suoni rauchi, stridenti. Nidificano sul suolo o sulle rocce. Il loro nido è fatto con erbe secche e detriti portati dalle onde. Le uova, punteggiate di verde, sono covate, alternativamente da entrambi i genitori. I piccoli nascono dopo tré settimane di cova. Sono rivestiti da un piumino morbido e folto, di colore grigio a macchiette nere, si comportano diversamente secondo l'ubicazione del nido. Se questo è a terra, appena escono dall'uovo se ne vanno a zampettare sulla spiaggia ancor prima che le penne delle ali siano completamente formate se il nido è sulle scogliere scoscese, non si allontanano. Il gabbiano è onnivoro va alla ricerca del cibo in gruppo e mangia qualsiasi tipo di rifiuti. I piccoli, all'inizio, vengono nutriti con cibi predigeriti dai genitori e poi rigurgitati. I gabbiani sono uccelli accorti, ma non temono l'uomo: si trovano infatti in tutti i porti. Seguono le navi in vicinanza delle coste e amano la compagnia dell'uomo. La presenza sul versante sud orientale dell'isola aumenta in maniera considerevole nel periodo da Marzo a Giugno per la cova dell uova.
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Coniglio: II coniglio è un mammifero erbivoro che si nutre di erbe, radici, cortecce di piante, tuberi, bacche, semi, frutta, ramoscelli. Il coniglio selvatico vive di preferenza nei luoghi sabbiosi o rocciosi e nei boschi dove può facilmente costruire le tane o utilizzare buchi e anfratti. Le tane sono scavate una vicina all'altra e spesso sono collegate tra loro da gallerie otterranee. Vive in gruppi, anche se il suo carattere non è dei più miti. |
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Passero Solitario:Il passero solitario è stato reso celebre dalla poesia del Leopardi, ma è tutto meno che quell'uccello triste descritto nei versi, poiché il suo canto, a metà tra quello di un merlo e quello di un tordo, si può ascoltare per tutto l'arco dell'anno. Predilige scogliere a picco sul mare, a volte antiche torri, rocche e chiese. |
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Corvo Imperiale:Il corvo imperiale è il più grande passeriforme e corvo europeo, le ali superano 1,3 metri di arghezza e dal becco alla coda è lungo tra i 62 ed i 70 cm. Raggiunge un peso di 1400 grammi ed ha neri il piumaggio ed il robusto becco, la coda è cuneiforme e la gola irsuta. Il suo piumaggio è talmente liscio che il corpo pare fuso in un unico pezzo, infatti le piume del collo si drizzano solo quando l'uccello è molto eccitato. E' dotato di un volo elegante e quasi rettilineo ed i maschi, durante il periodo degli amori, sostengono delle lotte furiose per il possesso delle compagne. E' presente sull'isola tutto l'anno. Pochi gli esemplari rimasti al Giglio, si possono vedere nelle aree interne e scogliere di ponente. |
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Rondoni:Il rondone compie una regolare migrazione verso i paesi tropicali impiegando pochissimo tempo per giungere a destinazione ed abbandonando in massa e nella stessa notte le città in cui ha nidificato. Gli spostamenti vengono effettuati in schiere numerose, difatti giunge a destinazione sempre a frotte. Sfrecciano veloci e si infilano negli anfratti delle torri e sui tetti.
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Berta: Uccelli parenti degli albatros, cantano di notte emettendo potenti e strane urla, origine di molte leggende inclusa quella delle "sirene di Ulisse". Si distinguono in due specie, Berta maggiore e Berta minore. Si possono trovare da Aprile ad Agosto. Il loro canto si può sentire solo a notte fonda meglio se senza vento e luna, dalle rocce dove nidificano o in volo. Si può osservarle volare in mare aperto durante la traversata con il traghetto.
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Falco Pellegrino:I falchi che appartengono alla famiglia dei rapaci, sono dei cacciatori fortissimi. La maggior parte di essi caccia altri uccelli in volo. Le loro ali strette e lunghe permettono un volo velocissimo, rapido eleggero. Sull'isola nidifica il falco pellegrino così chiamato perché è sempre in continua agitazione e mai nello stesso posto per molto tempo. Caccia buttandosi sulla
preda quasi verticalmente, con le ali appena aperte. Assale uccelli d'acqua, altri falchi, anitre, cornacchie.
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Occhiotto: L'occhiocotto è lungo circa 14 cm con un piumaggio caratterizzato da un colore grigio-nero nelle parti superiori e da un biancorosso in quelle inferiori. Il capo è nero vellutato, la gola è bianca, le palpebre sono di un color mattone nude e gonfie.
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Muflone: Al Giglio vive nella riserva del Franco dove è stata importata. Il mufloné ha grandi corna cave e permanenti. E' un ruminante, cioè fa passare dallo stomaco alla bocca piccole porzioni di erba precedentemente ingoiata, dopo averla strappata, per masticarla con calma. una grande capra selvatica, è stato introdotto nella tenuta del Franco per scopi venatori.
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La foca monaca è ormai in estinzione nel Mediterraneo: ce n'è qualcuna in Sardegna o in Corsica, poi non se ne vedono più in nessun posto. Ma ancora oggi sull'isola, durante il periodo invernale, se ne notano due meravigliosi esemplari. Forse sono un maschio e una femmina, senza dubbio sono foche molto vecchie e molto furbe perché altrimenti non sarebbero potute sopravvivere alla mano dell'uomo. L'isola è un habitat ideale per loro, tant'è vero che in passato c'erano parecchi esemplari ed i pescatori, ma soprattutto i contadini, gli avevano dato il nome di "bove marino", perché durante il mattino o la sera tardi quando venivano a riva, sugli scogli, esse si spingevano all'intemo dell'isola fino ad arrivare nelle vigne per poi rotolarsi per terra. Ho sentito molte volte questa storia da vecchi contadini; mi sembrava quasi una favola, ma in realtà era proprio così. Un giorno di fine dicembre del 1993, in località Scoglio di pietra bona, un posto a mezzogiorno dell'isola e precisamente sugli scogli dell'Archetto, dove un fosso d'acqua dolce durante l'inverno scorre e si accumula della sabbia e gli scogli sono pianeggianti, esse si erano spinte fin lì per rotolarsi dentro la sabbia, che era tutta sottosopra perché veniva mescolata con le pinne ed il muso ed era tutta bagnata e piena di stereo. rimasto nel dubbio che qualche peschereccio le avesse prese con le reti per i pesci spada oppure che, mangiando i pesci presi nelle reti o nei tramagli, le foche, insieme al pesce, avessero ingoiato anche un pezzo della rete di nylon che (non riuscendo a digerirlo) taglia loro le interiora. Questa infatti è stata la sono scomparse. Ma un bei giorno del '96 sono ritornate; questa volta, sempre a mezzogiorno dell'isola, ma sopra le vasche di acqua che il mare tiene piene quando ci sono delle grosse mareggiate. Erano a circa due metri di distanza l'una dall'altra e rivolte con il muso verso il mare; mi sono avvicinato a circa cinquanta metri, ma al minimo rumore se ne sono accorte e con dei ruggiti strani si sono tuffate in mare. Non le ho più viste, ma sono sicuro che sono ancora intomo all'isola perché quest'anno, ormai pratico dei luoghi che frequentano e sapendo che lasciano in terra dei segni particolari, so che non si sono allontanate di molto; infatti a fine gennaio del '96, nella cala a sud-ovest dell'isola e precisamente Cala di pietra bona, a poche centinaia di metri dallo scoglio stesso da cui prende il nome la cala, c'erano tracce dello stesso tipo di quelle dell'Archetto, dove qualche anno prima si erano rotolate nella sabbia e Quello che più dobbiamo sperare è che non rimangano vittima dell'uomo, perché sarebbe proprio una grande perdita, immane, senza rime dio.
Descrizione di Biagio Stagno ( Bugia)
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