rete giannutriSono terminate lo scorso 19 luglio le operazioni di recupero reti iniziate con la manifestazione Mare Libero tenutasi il 24 maggio u.s. ed organizzata dall’ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano, grazie alla sponsorizzazione di Colussi – Pasta Agnesi e con il patrocinio del Comune Isola del Giglio.

Lunedì 10 luglio, i volontari di Underwater Pro Tour si sono recati di nuovo a Giannutri, in località Punta Pennello, per procedere al recupero di una rete fantasma, già individuata in precedenza da alcuni subacquei, che ne hanno segnalato la presenza proprio a seguito della stessa manifestazione Mare Libero.

Un bellissimo mare, senza increspature, ha reso la traversata Giglio-Giannutri molto piacevole, così come il sole caldo ha allietato la giornata. Arrivati sul punto di immersione, i volontari di UPT hanno trovato ad attenderli la barca da pesca Luigina, di Ido e Leonardo Cavero, che si sono impegnati per issare le reti a bordo una volta portate in superficie. I volontari, dopo aver preparato le loro attrezzature, si sono calati in acqua portando palloni di sollevamento e l’occorrente per preparare le reti e i filaccioni prima di lanciarli in superficie. Una forte corrente ha accompagnato le operazioni di recupero delle reti, adagiate sul fondale a partire dai 40mt. I filaccioni, invece, erano presenti su gran parte del fondale proprio davanti a Punta Pennello, ad una profondità dai 35mt fino ai 20mt circa. Alcuni erano tesi sul fondo, altri, invece, fluttuavano dando come vele al vento.

Una volta preparate, le reti sono state lanciare in superficie mediante i palloni di sollevamento, e successivamente sono state recuperate dalla barca da pesca intervenuta allo scopo.

La giornata è stata molto fruttuosa e alla fine sono stati rimossi circa 150kg tra reti, filaccioni, catene e piombi vari. Il danno alla popolazione marina è stato minimo.

La settimana successiva, il giorno 19 luglio, è stata la volta delle reti rinvenute in località Calettino. In questo caso, di grande importanza è stata la presenza delle guide subacquee del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, che sulla base della relazione del biologo marino Dott. Stefano D’Acunto, hanno potuto fare una selezione sul campo di quanto prelevare e quanto lasciare, ormai, che rimanesse ancorato alle concrezioni presenti.

Le operazioni, stavolta, si sono svolte con una difficoltà maggiore, in quanto a causa di un imprevisto la data iniziale, il 17 luglio, è stata spostata, per l’appunto, al 19, giorno in cui, purtroppo, non è stato possibile avere l’appoggio della barca da pesca.

Il recupero delle reti è stato quindi effettuato, come sempre, con il lancio in superficie di palloni di sollevamento ai quali erano state ben fissate le reti, ma mentre la volta precedente, la barca da pesca recuperava man mano reti e palloni, stavolta il recupero è stato effettuato da uno dei volontari con l’aiuto di una barca da turismo d’appoggio, che ha trasportato le reti recuperate fino alla barca diving Ladybird, presso cui poi sono state issate. Fondamentale è stata la presenza della barca d’appoggio di volontari, e l’uso degli scooter subacquei: una fortissima corrente nei primi metri, unita ad un vento che soffiava imperioso sulla superficie del mare, ha allontanato subito le reti dal punto in cui si trovava la barca diving. Ma, sebbene con un po’ di fatica, tutto è stato recuperato e nulla è andato quindi perduto.

Al termine, sono stati recuperati, anche stavolta, circa 150kg tra reti e filaccioni.

Nel corso delle due giornate, non sono state recuperate tutte le reti, ed alcuni filaccioni sono rimasti saldamente ancorati sul fondo:  il progetto infatti prevede la rimozione di quanto si presenta in grado di creare pericolo per gli abitanti del mare, e di quanto, inoltre, non presenta avanzati  stati concrezionali legati ad organismi marini. Dunque, sono state rimosse delle reti, che si presentavano libere da concrezioni e che stavano creando pericolo per alcuni pesci come uno scorfano ed alcuni S. Pietro che ai trovavano pericolosamente vicino alle maglie più grandi di una rete.  I filaccioni, invece sono stati tagliati in più parti per salvare quei pezzi che risultavano già colonizzati.

Ringraziamo i volontari di Underwater Pro Tour, che hanno partecipato ad una o ad entrambe le giornate di recupero:  Roberto, Francesca, Graziano, Raffaele, Claudia, Cristiano, Fabio e Gianmaria. Provvidenziale la presenza dei volontari Laura e Guido, con la loro barca. Ringraziamenti anche a Francesco che ha prestato assistenza a bordo ed ha issato da solo le reti in barca,   e ovviamente alla famiglia Cavero che è venuta ad effettuare il primo recupero.

Un grazie particolare a

Si ringraziano, infine, l’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano per la fiducia accordata, il Comune Isola del Giglio per l’appoggio nel recupero della rete da parte del sempre presente Simone Madaro di Giglio Ambiente (grazie….).

Infine, un ringraziamento particolare a tre persone: Cristiano, volontario di UPT, che ha prestato la sua opera come assistente in barca: Cristiano abita a Roma ed è frequentatore da sempre dei fondali dell’Argentario. Pur non essendo gigliese e non frequentando molto i fondali del Giglio, ha deciso di sposare la ‘causa’ di UPT ed è diventato socio dell’Associazione. Francesca e Raffaele, che per ben due volte sono partiti dalla provincia di Vicenza per venire a liberare i nostri mari dai rifiuti, e, una volta in porto, son corsi al traghetto per ritornare in Veneto: quasi 900km per togliere le reti dal mare gigliese…

Ci piacerebbe che questo gesto fossero preso da esempio da tutti coloro che leggono. L’Associazione sta facendo un gran lavoro sui fondali del Giglio e di Giannutri, e ricordiamo che le risorse umane sono tutte a titolo di volontariato.

E’ pur  vero che, come ci ha detto una persona alla quale parlavamo del nostro lavoro ‘Purtroppo se le persone non vedono i rifiuti, non pensano che ci siano, e quindi non si interessano’….

Dopo la pausa di Giannutri, a breve riprenderemo le attività di monitoraggio dei fondali gigliesi.

A presto!

 

   

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