Scritto da Legambiente
Nella Giornata mondiale del Suolo e all’indomani dei fatti di Ischia, l’associazione torna a chiedere una normativa nazionale sul consumo di suolo, attesa da 10 anni, l’intervento dei prefetti per gli abusi antecedenti al 2020 e maggiore attenzione al degrado legato alle pratiche agricole dannose
Ogni secondo che passa l’Italia perde 2,2 metri quadrati di suolo, una risorsa vulnerabile, limitata e non rinnovabile che il nostro Paese non sta preservando adeguatamente. Da ben dieci anni si attende, infatti, l’approvazione di una legge contro il consumo di suolo, fenomeno che nel frattempo continua a crescere a ritmi forsennati, tanto che nel 2021 ha raggiunto il valore più alto dell’ultimo decennio, con 69,1 km² sacrificati per nuove coperture artificiali. Una media di oltre 19 ettari al giorno. Aree naturali e agricole che lasciano dunque spazio a nuove case ed edifici, infrastrutture, insediamenti commerciali e produttivi, legali e illegali, con una copertura arrivata al 7,13%, di contro a una media europea che si attesta al 4,2%.
Nel World Soil Day, la Giornata mondiale del Suolo istituita dalla FAO per focalizzare l'attenzione sull'importanza di un suolo sano e per sostenere la gestione sostenibile delle sue risorse, Legambiente torna a chiedere a Governo e Parlamento di dare priorità alla lotta al consumo di suolo e all’abusivismo edilizio, all’indomani della tragedia che ha colpito l’isola di Ischia e i suoi abitanti.
La proposta di legge sullo stop al consumo del suolo, il cui iter legislativo è iniziato nel 2012, è bloccata in Parlamento dal 2016: approvata dalla Camera dei deputati, prevedeva di arrivare a quota zero, cioè a non cementificare un metro quadro in più, entro il 2050. Una carenza normativa che fa il paio con la mancanza di un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, anch’esso in stallo dal 2018, che Legambiente auspica possa essere approvato entro la fine dell’anno, come preannunciato dal governo Meloni dopo la tragedia di Ischia.
La nuova finanziaria, d’altro canto, contiene un capitolo da 160 milioni di euro destinato al contrasto del consumo di suolo (art.177) per azioni di ripristino di suoli compromessi: una previsione che Legambiente auspica possa trovare conferma nella prossima legge di bilancio.
Secondo l’associazione ambientalista, serve inoltre approvare un emendamento di modifica dell’articolo 10 bis della legge 120/2020 (semplificazioni in materia di demolizione di opere abusive) per affidare ai prefetti, in caso di inerzia dei Comuni, la responsabilità degli abbattimenti oggetto di ordinanze precedenti all’approvazione della norma, fugando così ogni margine di dubbio circa la sua applicazione.
“Sono dieci anni che l’Italia attende una legge per fermare il consumo di suolo, dall’approvazione del ddl proposto dall’ex ministro dell’Agricoltura, Mario Catania. Da allora le proposte di legge si sono moltiplicate, sono trascorse altre due legislature, ma una normativa non è mai uscita dalle secche della discussione parlamentare. Quanto avvenuto a Ischia mette la politica di fronte alla necessità di agire concretamente e in maniera tempestiva per dare al Paese una legge che rivesta un ruolo centrale contro il consumo indiscriminato di suolo, così come nel contrasto al dissesto idrogeologico e alla piaga dell’abusivismo, dicendo basta alla logica dei condoni e prevedendo l’intervento dei prefetti per abbattere gli ecomostri mai demoliti dai sindaci. – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – L’Italia, primo Paese beneficiario delle risorse del Next Generation EU, non può arrivare impreparata alle scadenze del Green Deal. Bisogna inoltre scongiurare il rischio che le risorse del PNRR e i connessi investimenti infrastrutturali contribuiscano a una bolla espansiva del consumo di suolo. Promuovere la rimodulazione di tutti i bonus finalizzati alla riconversione dell’edilizia verso la riconversione energetica, antisismica e idraulica degli edifici”.
Il tema scelto per celebrare la Giornata mondiale del Suolo 2022, “Soils, where food begins”, è inoltre occasione per accendere i riflettori sull’esigenza di un corretto utilizzo dei nutrienti del suolo nelle aree del mondo in cui se ne usano troppi, Nord Italia compreso: l’eccesso di fertilizzanti, infatti, costituisce un danno, oltre che per acqua, aria e biodiversità, anche per il suolo stesso e per la sua produttività biologica. Gli scenari di crisi climatica e della biodiversità, di crisi degli approvvigionamenti e la siccità diffusa rendono evidente come non possiamo continuare a degradare aree naturali e terreni agricoli.
“Quest’anno lo slogan scelto dall’Onu per la Giornata mondiale del Suolo richiama alla centralità del cibo, in un momento di crisi che deve indurci non solo a tutelare il suolo dagli appetiti urbanistici, ma anche a preservarlo dal degrado legato a pratiche agricole in grado di comprometterne, a lungo termine, la fertilità. La recentissima approvazione del Piano italiano per la PAC 2023-2027 da parte della Commissione UE richiede ora un impiego accorto delle risorse destinate all’agricoltura – dichiara Damiano Di Simine, responsabile Suolo di Legambiente – Le strategie europee fissano sfide e obiettivi sempre più ambiziosi per la salute del suolo, a partire dalla riduzione dell’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi nei campi: sfide che dobbiamo acquisire e rilanciare, non perché ce lo chiede l’Europa, ma perché ce lo chiede il nostro suolo”.
La richiesta di azioni concrete a tutela del suolo da parte di Legambiente è soltanto l’ultima di una serie di proposte già lanciate dall’associazione ambientalista al Governo Meloni, cui ha recentemente rivolto le proprie istanze, chiedendo un impegno a favore dell’adattamento alla crisi climatica e nella promozione di politiche di rigenerazione urbana e governo del territorio.
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