Scritto da ITALIA NOSTRA
Nella giornata dell’11 ottobre 2022 la Regione Toscana ha approvato il Piano regionale per la transizione energetica (di seguito PRTE) che costituisce attuazione del programma regionale di sviluppo di cui all’articolo 7 della legge regionale 7 gennaio 2015, n. 1, che persegue finalità di valorizzazione e conservazione delle risorse ambientali in una prospettiva di transizione ecologica.
Nella giornata del 25 ottobre il Commissario straordinario, nonché Presidente della Regione Toscana, ha firmato l’autorizzazione a procedere per la realizzazione del Rigassificatore di Piombino.
Questa è la declinazione di Transizione Ecologica fornita dal massimo esponente politico della nostra regione: in pratica una vera TRANSAZIONE sulla pelle dei cittadini.
A conclusione dell’iter di approvazione, lo scorso 5 ottobre, l’assessora Monia Monni ha presentato il Piano regionale per la transizione ecologica definendolo un “moderno strumento per la programmazione in materia di sviluppo sostenibile. La Toscana si è data l’obiettivo di trasformarsi in una regione carbon neutral, per questo - ha spiegato l’assessora regionale all’ambiente - nel PRTE abbiamo previsto anche un sistema di contabilizzazione del bilancio emissivo della Regione per quanto riguarda i gas climalteranti, considerando sia le emissioni che gli assorbimenti”.
Se non fossimo a conoscenza di ciò che sta succedendo a Piombino saremmo felicissimi di ascoltare queste parole in quanto ci aspetteremmo un futuro basato esclusivamente sulle fonti rinnovabili e un abbandono totale del fossile.
Poi ha così continuato: “Il nuovo Piano sarà coordinato con Agenda 2030 ed utilizzerà i medesimi indicatori per monitorare lo stato di avanzamento rispetto alla sostenibilità”.
Belle parole intrise di retorica che non trovano conferma negli atti quotidiani di questa giunta regionale che invece ha come unica strategia trovare tutti gli “escamotages” possibili per evitare quelle regole, come l’avvio dei procedimenti VAS-VIA che ostacolano e rallentano la realizzazione dei progetti e quindi garantiscono di andare all’obiettivo nel più breve tempo possibile, strafregandosene della sostenibilità!
E’ il colpo di coda di questa classe politica che, ormai peraltro formalmente sfiduciata dal voto del 25 settembre, non ha più ritegno: scrive le regole e immediatamente le infrange.
Veramente insostenibile.
Come giustamente sottolineato dal giornalista Max Civili battezzando questo sistema impositivo come “Metodo Piombino”, stiamo veramente rischiando di trovarci di fronte ad un pericolosissimo precedente.
Dobbiamo infatti considerare che tra gli elementi caratterizzanti della legge regionale 35/2022 c’è l’attenzione alla partecipazione (art. 4), basata sulla convinzione che la transizione ecologica non possa avvenire senza un cambiamento delle abitudini e dei consumi e, dunque, senza un coinvolgimento forte e diretto dei cittadini, in forma singola o associata.
In un recente convegno organizzato da Italia Nostra la Professoressa Gabriella De Giorgi Cezzi - ordinario di Diritto amministrativo nell'Università del Salento e membro di spicco degli Stati Generali VIA-VAS - ha iniziato il suo intervento spiegando che le Istituzioni che propongono un intervento sul territorio DEVONO PRIMA ascoltare la popolazione e POI prendere le decisioni recependone le osservazioni.
Esattamente il contrario di quanto è avvenuto per il Rigassificatore di Piombino.
Infatti, proprio nello stesso tempo in cui approvava questa legge sulla Transizione Ecologica - e quindi ci si rendeva perfettamente conto di ciò che si stava facendo - nella Conferenza dei servizi del 21 ottobre la giunta regionale ha assolutamente ricusato tutte le osservazioni fatte dal Comune di Piombino e da una moltitudine di associazioni e di cittadini che hanno manifestato serie preoccupazioni sull’impatto ambientale e sui rischi sottesi alla realizzazione del Rigassificatore.
Quasi 40 manifestazioni di piazza, ben 86 osservazioni ampiamente documentate registrate sul sito del Commissario Straordinario,un mese di Ottobre costellato di eventi straordinari per una mobilitazione generale sfociata con lo sciopero del giorno 20, non hanno minimamente scalfito una decisione presa a priori.
Il Presidente della Regione, visibilmente ottenebrato dall’arroganza del potere, si è superato dichiarando che la Toscana, prendendo questa decisione, ha reso un servizio ai 60 milioni di italiani e definendo nel memorandum le famose compensazioni come “condizioni per assicurare al territorio una nuova stagione di sviluppo”.
Niente di più ridicolo; un piatto di lenticchie ed una minestra riscaldata peraltro promessa e neppure mai servita al tavolo dei piombinesi : ecco la vera "transazione" realizzata da Giani… altro che Transizione ecologica.
ITALIA NOSTRA
fonte elbareport.it