octpussfonte elbareport.it 

Scritto da  Guardia di Finanza - Reparto Operativo Aeronavale Livorno  

L’attività esclusiva svolta in mare dalla Guardia di Finanza, quale forza di polizia economico finanziaria, si completa con i servizi di natura concorsuale nei settori tipici connessi con l’ambiente marino.

In tale scenario operativo, il ROAN di Livorno e i sui reparti aeronavali toscani concorrono alla legalità economica marittima, vigilando sul rispetto della normativa ambientale e della pesca presidiando costantemente le zone particolarmente votate alla presenza e transito di specie ittiche oggetto di interesse per i pescatori di frodo. Logicamente, partendo dalle attività tipiche di repressione, caratteristiche dei servizi di polizia marittima, la componente specialistica della Finanza ha le professionalità e qualifiche per ricostruire e perseguire la filiera economica insita nelle attività commerciali del prodotto non tralasciando la tutela della spesa pubblica. In tale ambito muovono le mosse le direttive dell’Organo di vertice della Guardia di Finanza che promuove, soprattutto in questo periodo di ripresa delle attività, la tutela e salvaguardia delle regole finalizzate alla concessione di specifici contributi pubblici a sostegno degli operatori del settore, a tutela della collettività virtuosa.

Proprio in tema di legalità marittima, il primo semestre del 2022 è da ritenersi un periodo ricco di risultati nel contrasto di ogni forma di illecito marittimo anche in ambito “pesca” e ne sono un esempio alcuni servizi svolti contro la cattura del novellame di “anguilla anguilla”, conosciuto con il nome comune di anguilla europea, specie tutelata dalla vigente normativa europea inserita nell’elenco della flora e della fauna in via di estinzione, culminati nel recente passato con una serie di interventi incisivi e la segnalazione di soggetti alle autorità competenti per violazioni anche di natura penale. Grazie anche alla collaborazione, a terra e nel periodo invernale, con i volontari dell’Organizzazione SEA SHEPHERD ITALIA, l’esperienza ha favorito, questa estate, una collaborazione estesa per incrementare la presenza e le connesse attività info-investigative nel tratto di mare costiero tra Livorno e Grosseto.

Infatti, la ONLUS grazie al prezioso aiuto degli uffici di Piombino dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale unita a un privato cittadini che ha messo a disposizione un piazzale a titolo gratuito, ha reso disponibili proprie imbarcazioni che hanno collaborato con le Forze di Polizia per reprimere, soprattutto durante i periodi di fermo pesca, alcuni tentativi di pesca illegale, potenzialmente dannose per l’ecosistema marino maremmano. Il sistema di controllo e contrasto è stato articolato sulla collaborazione tra il comandante del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Livorno, Col. pil. Emiliano Rampini, il presidente della SEA SHEPHERD ITALIA, Andrea Morello, e il Parco Nazionale Arcipelago Toscano, Dott. Giampiero Sammuri, che, ricalcando il più generale perimetro del Protocollo Operativo d’Intesa siglato tra l’Ente Parco e il ROAN di Livorno, hanno concordato di rivolgere gli sforzi in maniera corale impiegando le risorse a disposizione anche alla preservazione della biodiversità e conservazione degli habitat marini e costieri, all’inibizione delle attività illegali dei bracconieri e la sensibilizzazione delle comunità locali sull’importanza della salvaguardia degli ambienti marino-costieri.

Il distacco di una unità navale della flotta SEA SHEPHERD ITALIA alla sede di Porto Santo Stefano ha consentito di avviare, sulla base di mirate attività info-investigative della locale Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza, un periodo di sorveglianza mirato alla pesca di frodo nelle acque tra Talamone e Marina di Grosseto finalizzata alla cattura del polpo (Octopus vulgaris) con l’ausilio di trappole costituite da barattoli in materiale plastico PVC. Tale tecnica di pesca detta “a barattolo”, probabilmente nata in Spagna, si svolge grazie ad un'unica cima di nylon lunga più chilometri a cui vengono legati, ogni otto metri circa, dei barattoli neri di plastica che funzionano come trappole per polpi. La legge norma sia la quantità di trappole consentite per ciascuna imbarcazione nonché il divieto di lasciare i dispositivi di pesca in modo stabile nel fondale.

Molto produttiva e redditizia la pesca a barattolo produce un alto impatto all’equilibrio dell’ecosistema marino se condotta in periodi vietati, con strumenti numericamente superiori ai consentiti per legge.

La vigilanza e la collaborazione sinergica della unità navali della Guardia di Finanza, della SEA SHPEHRD ITALIA e della Capitaneria di Porto, ha portato, questo agosto, al più grande sequestro di attrezzatura per la pesca del polpo mai avvenuto in Italia, circa 7.500 barattoli, consentito di rimuovere e recuperare i dispositivi di cattura lasciati adagiate sul fondale tutto l’anno e produrre un forte riverbero mediatico, legato al particolare contesto in cui muove soprattutto il tema della tutela e sostenibilità ambientale, fornito anche da uno specifico reportage realizzato dalla Rai.

L'attività descritta, riferisce il Comandante del ROAN, Col. Emiliano Rampini, si inserisce nell'ambito di una specifica e mirata campagna di prevenzione, controllo e, ove occorra, repressione, che continuerà con l’approfondimento sull'intera "filiera economica" e sottolinea il costante impegno concorsuale della Guardia di Finanza a tutela dei consumatori e della legalità anche rispetto alla tutela dell’ambiente marino.

Morello ringrazia i volontari della Flotta di Nettuno, le istituzioni e le persone che hanno contribuito al successo dell’operazione in particolare il ROAN della Guardia di Finanza, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale e la Capitaneria di Porto di Livorno.”

“Siamo soddisfatti dell’importante attività di presidio svolta dalla Guardia di Finanza, anche con il supporto dell’Organizzazione SEA SHEPHERD ITALIA, nel periodo estivo che si sta ormai concludendo” afferma il Presidente Sammuri. “Certamente un’azione di vigilanza sempre più estesa e capillare non può che fornire un contributo fondamentale per la tutela del mare che interessa l’Arcipelago Toscano”.

   

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