scritto da Angelo Stefanini
CIELO DI BOSNIA - 3 Settembre 1992
Sono passati trent'anni da quella tragedia che sconvolse l'intero paese e anche, nel suo piccolo, l'intera comunità gigliese. Un G222 della 46" aereo brigata con base a Pisa, fu abbattuto da un missile lanciato da un'arma portatile, mentre volava a bassa quota essendo in fase di atterraggio, lungo le pendici del monte Zec a circa 30 km da Sarajevo.
Il volo era parte integrante di una missione umanitaria delle Nazioni Unite e trasportava generi di prima necessità a quelle popolazioni allora martoriate da una sanguinosa guerra. Al comando dell'aereo un "gigliese di adozione", uno di noi. Il maggiore pilota Marco Betti, figlio di Liliana, scomparsa di recente, e Rodolfo Betti, il Maró. Con Lui persero la vita il secondo pilota Marco Rigliaco e i due tecnici di bordo, i marescialli Giuseppe Buttaglieri e Giuliano Velardi. Tutti insigniti nel dicembre 1992 della medaglia d'oro al V.M. dal presidente della repubblica dell'epoca O. L. Scalfaro. Marco era davvero uno di noi. Fin da piccolo aveva cominciato a frequentare il Giglio, in vacanza con mamma e babbo, il Maró, pioniere della subacquea italiana, "sbarcato" al Giglio insieme alla famosa "tribù pisana" addirittura agli inizi degli anni 50. Marco aveva poi continuato a venire al Giglio anche in età adulta, in vacanza con la famiglia. Quando poi aveva l'occasione di passare sopra al Giglio nell'ambito dei compiti che gli erano stati assegnati, non mancava mai di effettuare un passaggio a bassa quota sopra al Porto. E le persone, con il naso in su che dicevano..... è Marco, questo è Marco. I gigliesi in Suo ricordo, vollero apporre una piccola targa nella piccola piazzetta prima della caletta del Saraceno, luogo dei Suoi giochi di bimbo al Giglio e che è tuttora presente.