scritto da https://toscana.coldiretti.it
Acque sempre più agitate per la flotta toscana. L’impennata del costo del gasolio rischia di costringere molte imbarcazioni a restare in banchina favorendo le importazioni di pesce straniero.
A dirlo è Impresapesca Coldiretti Toscana sulla base di un monitoraggio sui costi medi che gravano sui pescherecci a causa dell’aumento del costo del gasolio che in un anno è aumentato del 60%. “L’effetto dell’incremento del prezzo medio del gasolio agevolato – spiega Impresapesca Coldiretti Toscana – si sta abbattendo come una tempesta sull’attività dei pescherecci della nostra regione già duramente limitati dalla riduzione delle giornate di pesca. L’incidenza del costo del carburante sul totale dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è arrivato al 70%-75%. Senza adeguate ed urgenti misure compensative per calmierare il costo del carburante le imbarcazioni saranno costrette a pescare in perdita se non addirittura a restare in banchina con gravi ripercussioni sulla filiera e sull’occupazione”.
La flotta toscana è composta da poco più di 500 imbarcazioni, una su cinque è specializzata nella pesca a strascico, la più penalizzata dagli aumenti perché la più energivora dovendo coprire grandi distanze e per un periodo anche molto lungo, e che da sola vale una produzione annuale di 3 tonnellate di pesce, 25 milioni di euro di fatturato, pari a quasi il 65% dell’intero fatturato toscana. “Con gli attuali ricavi la maggior parte delle imprese di pesca – spiega Impresapesca Coldiretti Toscana - non riesce a coprire nemmeno i costi del carburante oltre alle altre voci che gli armatori devono sostenere per la normale attività. Di questo passo uscire in mare non sarà economicamente sostenibile”.
L’altro grande “freno” per la flotta toscana è rappresentato dal piano di gestione Westmed a cui Coldiretti si è opposta ottenendo un sensibile taglio alla riduzione delle giornate di pesca per la flotta operante nel Mar Tirreno da parte dell’Europa rispetto alla proposta iniziale che avrebbe danneggiato ancora più pesantemente il comparto. La diminuzione dell’attività decisa dal Consiglio dei Ministri Europei è stata nettamente inferiore rispetto alle proposte avanzate. Il prossimo passo – spiega Impresapesca Coldiretti Toscana - deve essere quello di superare l’attuale sistema di attività di impresa rigido ed obsoleto, imposto dai Piani Pluriennali e spesso legato a condizioni quasi impiegatizie della struttura di lavoro, andando verso una possibile gestione flessibile, efficiente nonché in piena sicurezza del lavoro delle giornate di pesca da parte dell’impresa. Il tutto tenendo conto della “sostenibilità economica” delle imprese e dei lavoratori, della “sostenibilità sociale” e della tutela dei territori dove le economie che si intrecciano con quelle della pesca impattano sullo sviluppo di vaste aree costiere.