scritto da Guido Alberto Rossi
L’estate scorsa Carlo Alberto, detto Lallo ed il sottoscritto, durante un’immersione fuori da Portofino, a circa 20 metri di profondità, ci siamo imbattuti in uno squalo bianco (Carcharodon carcharias Linnaeus), pescione che per fortuna da noi è molto raro, perché ha sempre fame e morsica un po' tutto quello che galleggia e nuota, nella speranza che sia buono e digeribile.
Ma niente paura, in Italia, l’ultima persona attaccata e mangiata da uno squalo è stata nel 1989 e non si è mai saputo quale tipo di squalo era. Nei nostri mari si pensa che ce ne girino circa una trentina, ma in genere preferiscono stare al sud, ed in zone poco frequentate dall’uomo. Questo, che abbiamo incontrato e battezzato Gigi, in onore di Gigi Figoli, indimenticabile maestro di sci nautico di Santa Margherita Ligure, evidentemente voleva vedere anche la Liguria e da come si è comportato con noi, non doveva avere fame, ma era solo curioso. Gigi ha dimostrato un grande interesse per Lallo, forse perché più grande di me e quindi più cibo, ma credo fosse solo una questione di simpatia, visto che non è stato minimamente aggressivo, anzi sembrava quasi un grosso cane, doveva anche essere giovane, perché non era grandissimo (circa 2,5 mt.), mentre quelli vecchi arrivano anche a misurare 4 metri e poco più, e al contrario della maggioranza delle specie, le femmine sono più grandi e grosse dei maschi. Il record mondiale in assoluto, come peso e dimensioni, misurava 6,6 mt. ed è stato pescato nel 1909. Il fatto che Gigi preferisse Lallo, mi tranquillizzava e mi permetteva di fotografarli insieme. Giuro che nonostante il mio passato di fotoreporter d’azione, non mi ha neanche sfiorato il pensiero che, se Gigi avesse attaccato e mangiato Lallo, avrei fatto un grosso scoop subacqueo, mi sono però rammaricato di aver una macchina fotografica, anziché una cinepresa, come si sa le TV pagano di più.