Scritto da Legambiente Arcipelago
Legambiente: nessuno fa rispettare i divieti. E’ così che il ministro dell’ambiente vuole raggiungere il 30% di mare protetto?
Ancora una volta Legambiente Arcipelago Toscano segnalare il totale abbandono da parte delle istituzioni che subisce il mare dell’Isola di Giannutri, nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e nel Santuario internazionale dei Mammiferi Marini Pelagos, Zona di protezione speciale dell’Unione europea.
Il 30 settembre 2023 in tardo pomeriggio un gommone ha posizionato/salpato illegalmente una rete da posta nell’area dei Grottoni, a pochi metri dalla costa, in piena zona 1 del Parco Nazionale, la zona cioè a massima protezione, quella integrale dove teoricamente non sarebbe possibile fare nulla - neanche il bagno – ad esclusione di ricerche scientifiche autorizzate dal Parco.
Pur essendo in una zona a tutela integrale, i pescatori di frodo, in pieno giorno e in totale tranquillità, hanno posizionato/salpato la rete da posta, segnalata addirittura con un piccola boa bianca e questo senza che nessuno li fermasse. E’ chiaro che a Giannutri i pescatori di frodo non hanno alcuni timore di essere fermati e multati e che l’isola è completamente in balia di questi bracconieri del mare, come dimostrano i chilometri di reti fantasma eliminati dai fondali “protetti” durante recenti iniziative di bonifica.
Ci chiediamo come sia possibile che tutto questo avvenga senza che nessuno si accorga di nulla – se non a posteriori e quando è stato fatto un enorme danno ecologico - e se esiste veramente la volontà di tutelare la ricchissima biodiversità di Giannutri. Chi controlla e come le telecamere del Parco Nazionale? Perché la Capitaneria di Porto Santo Stefano non viene dotata di un’unità dedicata a contrastare bracconaggio e abusi nelle aree protette a mare? Perché altrettanto non viene fatto per i Carabinieri Forestali presenti sull’isola?
Legambiente denuncia questo scempio ormai da più di 20 anni. Diverse volte i pescatori di frodo sono stati da noi colti in flagrante e segnalati ma purtroppo quasi mai questo ha portato a denunce, sequestri e multe. Quando i trasgressori vengono beccati le ammende da pagare sono ridicole e non paragonabili alle sanzioni che ricevono nei Paesi vicino all’Italia.
Non è più possibile accettare una tale situazione e per questo chiediamo che tutte le istituzioni mettano, finalmente, in atto azioni che pongano fine alle innumerevoli attività illegali a cui è sottoposta Giannutri e il suo mare.
Al Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin vorremmo chiedere cosa intende fare per ristabilire la legalità in un’area marina teoricamente protetta da leggi nazionali che risalgono addirittura la 1982, da accordi internazionali e da Direttive europee. Vorremmo anche chiedergli, dopo che l’Italia a firmato all’Onu l’ennesimo importante Trattato per la protezione del mare, se intende raggiungere così il 30% di mare protetto italiano entro il 2030, con Parchi Marini di carta dove ogni tipo di illecito può essere perpetrato impunemente.