Ho visto che l’articolo che parlava della scoperta della nuova lumaca a Montecristo pubblicato su Elbareport ha innescato qualche reazione curiosa.
Il pezzo, redatto con la consueta professionalità ed obiettività della testata, dava la notizia e poi raccoglieva le dichiarazioni di due persone: quella del Prof. Folco Giusti, primo autore dell’articolo scientifico che descriveva la scoperta e quella del sottoscritto in quanto presidente del parco.
La prima reazione curiosa è quella di Marcello Camici che mi attribuisce delle affermazioni che non ho mai fatto e cioè che la scoperta della lumaca sia ‘‘un dato dell’effetto benefico sulla biodiversità avvenuta dopo l’eradicazione del ratto’’.
Ancora più divertente è il commento di tale Giacinto Mosso che dopo avermi definito "Talebano dell’ambiente", dice che non c’è nessun sostegno scientifico rispetto a quello che dico, concludendo con una chicca veramente notevole ‘:..nessuno può escludere che il ratto nero, sterminato con tanta enfasi fosse in realtà una specie endemica di Montecristo…’’.
Allora, andando con ordine, vediamo cosa ho dichiarato ad Elbareport. Fortunatamente è scritto e riportato correttamente.
‘’Eppure nel 2021 sono state trovate 5 specie di farfalle mai riscontrate prima, che si sono aggiunte alle 9 conosciute in precedenza. E, una specie che non si trovava più dal 1979, la Parange aegeria, non solo è stata ritrovata di nuovo, ma appariva abbondante. E ora questa fantastica novità dalla lumaca che sembra ripercorrere la stessa cosa delle farfalle. E dire che il prof. Giusti è stato autore di approfonditi studi su Montecristo tanto da descrivere 2 nuove specie di chiocciole. Che questa “esplosione” di biodiversità sia da mettere in relazione con l’eradicazione del ratto effettuata nel 2011 sembra essere un’ipotesi più che sensata. In tal caso l’operazione non avrebbe fatto solo involare 5.000 berte minori in più, ma avrebbe avuto un effetto benefico complessivo sulla biodiversità. Era una cosa che era lecito aspettarsi, ma ora abbiamo anche dei dati’’.
Ho sostenuto che la scoperta della lumaca sia certamente dipendente dall’eradicazione del ratto? Neanche per sogno. Ho parlato di ‘’esplosione di biodiversità’’ negli ultimi anni e con le 5 specie di farfalle mai trovate prima e ora con la lumaca, questo si che è un dato ineludibile, scientificamente provato. Ho detto che mettere in relazione questo aumento di biodiversità con l’eradicazione del ratto è ‘’un’ipotesi più che sensata’‘. Ho detto che è certamente così? No davvero, ho specificato che è un’ipotesi, se però a qualcuno a partire dai 2 interlocutori citati ne viene in mente una migliore, sicuramente potrebbe dare un contributo utile.
Peraltro il Prof. Giusti, nello stesso articolo, alla domanda sulla possibile spiegazione di questo rinvenimento risponde:
‘’La domanda non ha, allo stato, ricevuto risposta. Interessante, però, è il fatto che essa sia divenuta non rara dopo la eradicazione operata sull’isola da parte della direzione del Parco dei ratti che la infestavano. Non si può escludere che la scomparsa dei ratti, voraci consumatori di tutto ciò che loro appare come un possibile cibo, abbia consentito alla specie di riprendersi e di diffondersi nuovamente.’’
Quindi il prof. Giusti fa la stessa ipotesi che faccio io e riferendosi solo alla lumaca e non a tutta la biodiversità.
Vorrei sottolineare due ultime cose veramente divertenti di quanto ha scritto il sig. Giacinto Mosso.
La prima è quella che mi definisce ‘’talebano dell’ambiente’’ quando io sono sistematicamente attaccato dai talebani dell’ambiente, quelli veri, additato come un distruttore dell’ambiente, perché sono per intervenire con azioni anche radicali quando ci vogliono, come quelle delle eradicazioni.
La seconda ancora migliore, è che il ratto nero potrebbe essere una specie endemica di Montecristo. Riporto la definizione del termine endemismo (Da Wikipedia, non da un testo scientifico).
"L'endemismo è il fenomeno per cui alcune specie vegetali o animali sono esclusive di un dato territorio.
Il ratto nero, originario dell’Asia sud-orientale, è oggi presente nelle zone temperate e tropicali di tutto il mondo e in Italia in tutta la penisola, in Sicilia, Sardegna e in quasitutte le isole minori, salvo quelle, come Montecristo dove è stato recentemente eradicato".
Ora, che ci sia una relazione tra l’eradicazione del ratto e l’esplosione della biodiversità a Montecristo può essere, come dicevo, un’ipotesi sensata, ma che il ratto non sia mai stato endemico di Montecristo è una certezza, viste le sue origini e visto che sta quasi in tutto il mondo…
Giampiero Sammuri
Presidente dell'Ente Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano