scritto da https://greenreport.it  

Il 16,2% degli italiani crede che il cambiamento climatico non esista, mentre larga parte non ne comprende le conseguenze. E il ministro dell’Ambiente neanche la causa

 

Da mesi la crisi climatica in corso in tutto il mondo sta colpendo con particolare ferocia l’Italia, dove gli eventi meteo estremi – dalla siccità alle alluvioni, fino alle ondate di calore – si moltiplicano facendo migliaia di vittime e danni da miliardi di euro.

Si tratta di una realtà che larga parte della cittadinanza non riesce però a cogliere appieno, perché le informazioni in materia si moltiplicano dando spazio a numerose fake news, alimentate paradossalmente anche dal Governo Meloni.

Ancora stamani, con l’Italia divisa da incendi e bombe d’acqua, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto è intervenuto a Sky Tg24 affermando che «il climate change c’è, il dibattito è se si tratti di un fattore ciclico o dell’impatto dell’uomo. Ed è un dibattito che lasciamo agli scienziati».

Peccato che il 99% della letteratura scientifica in materia certifichi già che la crisi climatica esiste, attribuendone la causa all’uso dei combustibili fossili.

Non è una novità: ovunque nel mondo l’estrema destra assume posizioni negazioniste, dilatorie o comunque minimizzanti sul cambiamento climatico. Il Governo Meloni non fa eccezione, con la stessa premier che parla di «fanatismo ultraecologista». Anche ieri, la leader dei Fratelli d’Italia è intervenuta sul tema promettendo nel medio periodo «un grande piano di prevenzione idrogeologica», senza spendere una parola sulla crisi climatica o sulle sue cause.

Se questo è il livello del dibattito politico, che pare ormai aver rinunciato a qualsivoglia funzione pedagogica, non c’è dunque da stupirsi se la cittadinanza si sente confusa, come mostra da ultimo il nuovo rapporto Ital Communications-Censis su disinformazione e fake news in Italia.

Lo studio evidenzia che il 34,7% degli italiani è convinto che ci sia un eccessivo allarmismo sul cambiamento climatico, il 25,5% che le alluvioni mostrino l’irrealtà di una progressiva desertificazione del Paese – quando entrambi i fenomeni sono invece conseguenze della crisi climatica – e il 16,2% ritiene che il cambiamento climatico non esista.

«Gli individui più fragili, vale a dire i più anziani e i meno scolarizzati, sono quelli che appaiono più confusi e meno in grado di comprendere il problema nella sua complessità», osserva il Censis.

Al contempo, il 33,4% degli italiani crede che la transizione ecologica porterà a una minore qualità di vita: «Si tratta di un’opinione che arriva al 51,5% tra chi ha al massimo la licenza media, è del 37,8% delle donne e del 36,6% tra gli over 64 anni – aggiunge il Censis – In realtà, questa convinzione è confutata dalle più accreditate analisi previsionali, che rivelano che la transizione ecologica creerà moltissimi posti di lavoro, e, soprattutto, che nel medio periodo ci condurrà verso uno scenario di maggiore sviluppo economico».

Perché allora larga parte degli italiani non lo sa? La causa va ricercata nella crescente mole di fake news prodotta sul tema, non solo sui social media ma anche dai professionisti dell’informazione (ancora una volta gravitanti specialmente nell’area di destra, più o meno estrema).

Per questo 100 scienziati hanno elaborato oggi una nuova lettera aperta ai media – dopo quella dell’agosto scorso –, promossa ancora una volta dal Climate media center italiano: «Parlate delle cause del cambiamento climatico, e delle sue soluzioni. Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore. Non parlarne rischia di alimentare l’inazione, la rassegnazione o la negazione della realtà, traducendosi in un aumento dei rischi per le nostre famiglie e le nostre comunità, specialmente quelle più svantaggiate».

Troppo spesso, infatti, questo non avviene. Si parla di “maltempo” invece che di cambiamento climatico. E, quando se ne parla, se ne parla in maniera generica, omettendo la causa primaria, l’utilizzo di combustibili fossili che generano gas serra, e le soluzioni principali, la rapida eliminazione dell’uso di carbone, petrolio e gas,  la decarbonizzazione attraverso le energie rinnovabili e politiche di adattamento.

«Il nostro futuro è nelle nostre mani e, un’informazione corretta, questo deve far capire», osserva Antonello Pasini, ricercatore del Cnr e primo firmatario dell’appello.

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