fonte http://papale-papale.it/
L'articolo di Guido Rossi che descrive l'amore per il Giglio e descrive l'isola come unico posto al mondo dove si considera in vacanza, dove torna da circa trent’anni, prima magari solo per pochi giorni, giusto il tempo di fare qualche bagno, mangiare un buon pesce e ricaricare le batterie.
Adesso che Laura ed io abbiamo più tempo, ci stiamo anche un mese e mezzo e ovviamente devo portare una piccola borsa di macchine fotografiche, perché ogni anno devo fotografare Viola, figlia bellissima degli amici gigliesi (Giulia ed Emanuele) proprietari del Bar Pierina, che da cinque anni mi pagano i ritratti di Viola con una brioche e un caffè doppio.
I fotografi di reportage e attualità al pari degli uomini e donne delle forze dell’ordine non vanno mai in vacanza, neanche se sono fuori servizio o quasi. Nell’immaginario popolare i fotografi che viaggiano sono sempre in vacanza, ma questa è una fake news messa in giro da molto prima che nascessero i troll russi.
Quando si è in giro, specialmente se il lavoro è commissionato, ogni minuto conta ed in genere il cliente non ama pagare neanche dieci minuti di vacanza al fotografo. Invece se sei in giro a spese tue hai la smania di finire il reportage che stai facendo il più velocemente possibile, perché non si sa mai e poi magari tiri il fiato due o tre giorni, sempre se sei in un posto piacevole. Invece se sei in un bel posto ma difficile e scomodo per viverci come può essere il deserto del Gobi in estate o la Lapponia in dicembre, non vedi l’ora di tornartene a casa.
Al pari dei poliziotti e carabinieri che anche in vacanza si portano pistola e manette perché può sempre capitare di acchiappare un bandito, i fotografi si portano sempre una macchina fotografica, magari una piccola mirrorless o un buon telefonino perché una bella foto, come il bandito, può capitare in qualsiasi momento e bisogna essere pronti a cogliere l’attimo.
Al tempo dei rullini dopo l’ultimo clic non vedevi l’ora di tornare a casa, sviluppare e tirare il fiato, perché anche se avevi fatto tutto bene e ti erano capitati soggetti e situazioni super ci poteva sempre essere l’incidente nello sviluppo che ti mandava a rotoli tutto il lavoro, (fortunatamente a me è capitato una sola volta con servizio su un negozio di Milano che per fortuna ho potuto riscattare al volo) ma tutta l’apprensione che ho avuto per i miei adorati rullini scattati spero non mi abbia accorciato la vita.
Diversi colleghi sono riusciti a fare foto incredibili e alcuni bei reportage per caso mentre erano in vacanza in spiaggia o in montagna. Due casi in particolare che sono stati fortuiti ma lucrosi e che hanno fatto leggenda nel mondo fotografico, sono stati: ad un fotoreporter teutonico che si trovava con la famiglia in Alto Adige a camminare per i picchi e scattare qualche foto ricordo, quando ad un certo punto spuntano alcune persone con al centro un signore di nome Papa Giovanni XXIII che gentilmente si è lasciato fare una qualche preziosa foto.
Un caso invece marino è capitato ad un collega francese, che, mentre era sdraiato in spiaggia al sole di Mauritius, si è visto uscire dal mare Stephanie di Monaco con tanto di succinto bikini e il boyfriend del momento e che era ben contenta di farsi fare tante belle foto, che poi si sono tradotte in tanti bei franchi (non c’era ancora l’euro).
Beh, qualche giorno di vacanza alla fine di alcuni lunghi viaggi sono riuscito a farli, ma si contano sulle dita di una mano sola e non mi è mai capitato uno scoop. Quando ho finito di scattare il libro Australia del Touring Club, mi sono concesso qualche giorno a Lizard Island, sulla barriera corallina visto che ero già lì e già che c’ero ho scattato qualche altra foto. Idem per Messico e Maldive, ma non ricordo altro con la parola: vera vacanza.
L’unico posto al mondo dove mi considero in vacanza è l’isola del Giglio, dove ci andiamo da circa trent’anni, prima magari solo per pochi giorni, giusto il tempo di fare qualche bagno, mangiare un buon pesce e ricaricare le batterie.
Adesso che Laura ed io abbiamo più tempo, ci stiamo anche un mese e mezzo e ovviamente devo portare una piccola borsa di macchine fotografiche, perché ogni anno devo fotografare Viola, figlia bellissima degli amici gigliesi (Giulia ed Emanuele) proprietari del Bar Pierina, che da cinque anni mi pagano i ritratti di Viola con una brioche e un caffè doppio.
Ci sono poi gli amici sub dell’associazione UPT che se recuperano una rete fantasma contano sui miei scatti in cambio di qualche bicchiere di vino e per finire gli impegni fotografici in vacanza, dall’anno scorso sono anche uno dei fotografi ufficiali della serata dei cantanti gigliesi, qui non vengo retribuito con niente, ma mi diverto un sacco.