23aprilegiornatamondialedellaterrascritto da Legambiente Arcipelago

Per contrastare la crisi climatica occorre agire subito. 

Cinque le aree di intervento su cui ogni Paese deve lavorare di più a partire dall’Italia:  

hub delle rinnovabili, tutela del suolo, economia circolare, mobilità sostenibile e politiche di adattamento al clima

 

 

Video >> https://youtu.be/42vTW_iKkBo 

Crisi climatica, smog, marine litter, consumo di suolo, malagestione dei rifiuti sono tra le principali minacce per il Pianeta e la biodiversità. Si apre così il video che Legambiente ha realizzato e che lancia oggi alla vigilia della Giornata Mondiale della Terra in cui sintetizza, con i dati, le principali minacce per il Pianeta. Anche il nostro Paese è fortemente minacciato dall’emergenza ambientale: dalla crisi climatica che ha accelerato la sua corsa e che solo in Italia nel 2022 ha visto un aumento del 55% degli eventi estremi rispetto al 2021, causando danni e vittime, per passare al cronico problema dell’inquinamento atmosferico che non risparmia le città italiane all’eccessivo consumo di suolo, solo per citarne alcuni. Di fronte a questo quadro, Legambiente ribadisce che non c’è più tempo da perdere, è ora il tempo del coraggio e delle azioni. Per l’associazione sono cinque le aree di intervento su cui il Paese dovrebbe lavorare sempre di più anche per dare concretezza alla transizione energetica ed ecologica: rinnovabili, adattamento alla crisi climatica, consumo di suolo, mobilità sostenibile ed economia circolare.  

Per Legambiente l’Italia deve: diventare un hub delle rinnovabili e non del gas, velocizzando gli iter di autorizzazione degli impianti, a partire da quelli fotovoltaici ed eolici; approvare una legge contro il consumo di suolo, che il Paese aspetta da ben 11 anni, e nuove norme per abbattere più velocemente gli edifici abusivi; incentivare la mobilità sostenibile, intermodale e a emissioni zero; promuovere l’economia circolare, costruendo gli impianti industriali di riciclo e garantendo un approccio “sostenibile e circolare” per tutti i settori, a partire dal comparto idrico.  

“L’ultimo report della IPCC – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – ci ricorda che occorre dimezzare le attuali emissioni climalteranti nei prossimi otto anni per poter contenere li surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1.5°C. Per poter far ciò serve mettere in campo in tutti i paesi, a partire dall’Italia, politiche coraggiose e lungimiranti a partire dallo stop ai sussidi alle fonti fossili, puntando in primis su efficienza energetica, rinnovabili, autoproduzione, accumuli e sviluppo delle reti. Allo stesso tempo bisogna, però, replicare anche quelle esperienze virtuose che arrivano dai territori e che ci raccontano l’altra faccia dell’Italia, quella che coniuga sostenibilità ambientale, innovazione, tutela e valorizzazione, consapevoli che il futuro del Pianeta passa anche da qui, da come noi intendiamo investire sul futuro della nostra Terra”. 

   

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