Ogni famiglia spenderà 650 euro in più per mangiare. Pistoia, Arezzo e Grosseto le province più costose

Secondo Coldiretti Toscana, «Non rallenta la corsa dell’inflazione in Toscana con il carrello della spesa che costerà il 12,2% in più a settembre, un incremento di ben 11,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo di un anno fa quando era allo 0,7%.

La crescita dei prezzi dei generi alimentari inciderà pesantemente sul portafoglio delle famiglie toscane che dovranno spendere 650 euro in più per imbandire la tavola durante l’anno a causa dell’esplosivo impatto dei costi energetici sulla filiera agroalimentare».

Stime che si basano sui dati Istat sull’inflazione a settembre che conferma il costante andamento in salita dei prezzi dei generi alimentari.  Coldiretti evidenzia che «Pistoia è la provincia che fa segnare l’impennata più elevata (+ 13,7%) seguita da Arezzo (13,5%), Grosseto (12,9%) e Firenze (12,9%). La più bassa a Lucca (10,4%)».

Secondo l’analisi Coldiretti Toscana «In cima alla classifica dei rincari con un +60,5% ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole, che risente della guerra in Ucraina che è uno dei principali produttori, mentre al secondo posto c’è il burro in crescita del 38,1% e al terzo la margarina (+26,5%). Seguono il riso con un +26,4%, spinto anche dal crollo della produzione nazionale a causa della siccità, e il latte uht (+24,5%), davanti a farina (+24,2%) e pasta (+21,6%) mentre nelle campagne il prezzo del grano non copre i costi di produzione degli agricoltori. I vegetali freschi – continua la Coldiretti Toscana – aumentano del 16,7% e la frutta del 7,9% con effetti negativi sui consumi».

Secondo i risultati dell’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it, a causa dei rincari più di un toscano su due (51%) taglia la spesa nel carrello e un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa.

«Gli italiani – sottolinea Coldiretti Toscana – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio – precisa Coldiretti Toscana – si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa. Ma a rischio alimentare ci sono soprattutto le fasce più povere costrette a chiedere aiuto per mangiare con i pacchi dono o nelle mense di carità, 5.740 nella sola città di Firenze secondo Caritas ed i minori, 24 mila quelli di età inferiore ai 15 anni in regione che hanno avuto addirittura bisogno di aiuto per bere il latte o mangiare a causa di situazioni di grave disagio familiare che favoriscono anche la dispersione scolastica».

E’ una situazione di disagio ed emergenza economica/sociale che colpisce l’intera filiera agroalimentare ed in particolare il settore primario dove «Si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Ma aumenti riguardano anche il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, il 15% il tetrapack, il 35% le etichette, il 45% il cartone, il 60% i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica».

Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana, conclude: «Nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro. Occorre inoltre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni».

   

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