Una stupenda poesia di Tonino Ansaldo che narra con i suoi versi la nascita del porto dove Lucio Domizio Enobarbo arguto nella conoscenza del mare ha scelto di realizzare una mega diga di cento e venti passi a ridosso del castellari baluardo dai venti di libeccio, dal ponente e in parte anche da nord dove poi ha costruito la sua dimora.
Nel bellissimo disegno dei fratelli Fabio e Pietro Solari si evince quanto narrato nella poesia.
Un grazie infinito per il magnifico disegno alle magiche matite di Fabio e Pietro Solari, impareggiabili artisti gigliesi.
IL PORTO ROMANO
Lassù
come gobba che addobba
romano resta,
e domina.
Quel sacro colle.
Poi Castellare.
Dove Lucio Domizio Enobarbo
di Nerone sanguigno
lì presso costrusse.
Mega la diga
di cento e venti passi.
Allor pareva
di larga misura
e difesa contro il mare
si prendeva cura.
In alto
al colle SACRO
sul picco un faro
e domus (case)
Domizio per sé eresse.
Ed insulae (case)
sulla curva piaggia pose.
Pur v’era
Dabbasso al colle
di pesci cibaria
tra i graniti muri
vistosa vasca cetaria.
Quel tutto ai piè
Della detta “Chiusa”
baluardo monte
dai libecci, dai ponenti
riparo in parte pure
dai nordici venti.
Altissimo e fatto
di granito masso
porgea l’abbraccio
alla marina lì dabbasso.
E quel monte
quel dono offriva
presso la battigia
lì su quella riva.
SACRO NOSTRO ELETTO
CANDIDO MARMO ESTRATTO
GRANITO COMPATTO.
Lì sul facile approdo
multiforme prendeva quel sasso,
in colonne colosse
ora quadri ora tondi
simbarcava sui navigli
quindi lungi per altri mondi.
Ed oggi ancor
chiedommi
lì perché il bel costrutto fece
Domizio console
nonno di principe Nerone
che di mare e terre fu padrone.
Poteva
Domus ed insulae
alzare e dighe
laddove
Elio il sole
Tardo muore
e la tenebra tarda vince.
Laddove
ampio golfo
al nord s’apre
e tergo largo
enorme il piano
su vasta piaggia s’avvince.
Eppur
nulla e niente
in quel loco
Lucio eresse...
Né palazzi mise
sul calcare verdeggiante
né presso il faraglion seducente.
E al mondo disse:
“Noi...
che di terre e mare
romani siam padroni
distruggere possiamo
e dove piace alzar
le nostre abitazioni.
Quindi...
fabbriche poserò
laddove
di bello girando intorno
nessun angolo pareggia
quel lido dal mar circondo.
Dove
pur quando
grigio dipinge la pioggia,
solare giallo appare quel litorale.
E lì sul pendio,
di quella gobba che addobba
già mia vedo alta la reggia.
Dove poco il vento danneggia...
Dove di pregio maggior,
SACRA LA PIETRA
sorge in abbondanza,
e prossima viene al taglio
sulla bella piaggia
tra le altre quattro tutte
somma eccellenza...”
Così disse
quel romano
e lì costrusse...
Di Igilium
romano il porto.
Tonino, gennaio 2022
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Foto bitta di granito trovata nel porto durante i lavori al molo di levante.