scritto da Alberto Calamai
Con sentenza del 27 ottobre c.a. il Tar della Toscana ha accolto il ricorso da noi presentato contro la delibera 62 del 14.12.2018, con la quale la conduzione delle visite all’isola di Montecristo, veniva limitata alle sole guide parco.
Il Tribunale Amministrativo della Toscana, ritenendo illegittima la delibera, ha ribadito le conclusioni dei precedenti ricorsi già accolti a nostro favore, sottolineando che il Pnat non può entrare “...per nessuna ragione nella regolazione (meno che mai in senso restrittivo) delle attività professionali consentite all’interno del territorio del Parco.”
Il Tar ha dovuto ricordare al Pnat che le sue competenze sono quelle di garantire il rispetto delle caratteristiche paesistiche, antropologiche, storiche e culturali locali proprie di ogni parco, disciplinando
a) la tipologia e le modalità di costruzione di opere e manufatti;
b) lo svolgimento delle attività artigianali, commerciali, di servizio e agro-silvo-pastorali;
c) il soggiorno e la circolazione del pubblico;
d) lo svolgimento di attività sportive, ricreative ed educative;
e) lo svolgimento di attività di ricerca scientifica e biosanitaria e, da ultimo (si veda la lett.h)), l'accessibilità nel territorio attraverso percorsi e strutture idonee per disabili e anziani. 2.1” (TAR Toscana, n. 1429/2018).
Dalla lettura della sentenza è evidente che il parco non ha tra i suoi compiti istituzionali quello di vendere servizi turistici, cosa che compete ad operatori professionali.
Noi lo abbiamo sempre sostenuto.
La nostra associazione ha offerto più volte al Parco la disponibilità per trovare modalità di collaborazione per informare le guide già abilitate dalla L.R.T. 86-2016 e L.4-2013 sulle fragilità e particolarità specifiche delle isole minori.
Al contrario il Pnat ha preferito formare proprio personale cui affidare in esclusiva la conduzione di gruppi reclutati direttamente, arrogandosi così, in esclusiva, anche la vendita del pacchetto turistico.
Le nostre richieste sono sempre cadute nel vuoto e siamo stati costretti più volte a rivolgerci al Tribunale Amministrativo per tutelare i nostri diritti.
Ci auguriamo che da adesso si possa stabilire un dialogo più proficuo con l’Ente Parco, senza essere costretti a nuove e onerose azioni legali.
Per Agae Alberto Calamai