Il presidente Giani con i giovani per scrivere insieme a loro le priorità da sostenere con i fondi europei nei prossimi sette anni
Giovanisì, il programma della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani, guarda ai prossimi sette anni e prova a ripensarsi: non perché i successi non ci siano stati – oltre un miliardo di euro di risorse impegnate dal 2011, quando è nato, ad oggi, tante opportunità, dal lavoro allo studio alla casa e al fare impresa, e circa 375 mila beneficiari
- ma perché per aiutare e dare concretezza ai sogni dei giovani, che possono essere sostenuti con le risorse dei fondi europei, è giusto coinvolgere e dare voce ai giovani stessi. E il piazzale interno di Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza della Regione, “trasformato per la prima volta – come ha sottolineato il presidente della Toscana Eugenio Giani – in una piccola agorà”, primo evento partecipato dopo i mesi più acuti della pandemia, è la fotografia perfetta per suggellare l’idea di partecipazione attiva che sta dietro al percorso che si sta costruendo.
Le risorse a cui si guarda per sostenere le future misure e politiche rivolte ai giovani sono quelle europee del prossimo settennato, che parte con il 2021: risorse del Fondo sociale europeo, che dal 2014 al 2020 valeva 792 milioni di euro, e del Fesr (il Fondo per lo sviluppo regionale), forte fino al 2020 di una dote per la Toscana di 732 milioni, e poi ancora del Fondo agricolo per lo sviluppo rurale, dell Fondo per gli affari marittimi e la pesca e del Programma Italia Francia marittimo. I temi più sollecitati sono gli stessi presidiati negli ultimi dieci anni: il lavoro, la cultura anche, la formazione e l’avvio di impresa, la transizione dalla scuola al lavoro, la casa, le professioni intellettuali e la parità di genere. Su questo i giovani chiedono di intervenire. Il ‘come’ sarà deciso assieme. Come in un agorà, per l’appunto. Ieri si è conclusa la consultazione pubblica nella piazza del web, aperta ai giovani toscani fino a 40 anni, attraverso un questionario che ha raccolto i loro suggerimenti per definire le priorità nella programmazione dei fondi europei 2021-2017. Oggi la consultazione è proseguita in presenza.
Due sono stati i momenti che hanno articolato l’evento “Giovanisì2030” nel cortile di Palazzo Strozzi Sacrati, ambedue trasmessi in diretta sui social network. Prima la firma che ha rinnovato il protocollo d’intesa con le realtà del Tavolo Giovani di cui fanno parte enti locali, terzo settore, associazioni di categoria e sindacati: quarantuno realtà diverse (tre new entries: Agesci, Arog, Tic) e strumento importante dal 2011, è stato ripetuto anche oggi, per fare conoscere nei territori le misure assunte e rinnovarle anche. Quindi la discussione con le autorità di gestione dei fondi europei e tanti giovani under 30. Un palco, davanti centodieci sedie disposte a scacchiera su undici file diverse, distanti quanto impongono le regole anti Covid, e sopra un cielo velato e plumbeo squarciato ad intermittenza da un bel sole. Due ore di interventi, fino alle cinque del pomeriggio.
“Giovanisì ha creato una rete diffusa di contatti nei territori e nella società civile e forti di quel valore aggiunto da lì vogliamo ripartire, con il loro apporto e con i loro suggerimenti, per un ulteriore salto di qualità e spazio a nuovi progetti” ha commentato il presidente Giani.
“Grazie alle opportunità offerte dall’Europa i giovani toscani in questi dieci anni hanno avuto modo, con Giovanisì, di rendersi autonomi: senza fare qualcosa di straordinario ma semplicemente dando loro modo di liberare la propria creatività” ha evidenziato Bernard Dika, ventiduenne che da ottobre, quando il presidente Giani si è insediato, è diventato suo consigliere per le politiche giovanili e l’innovazione. “Si tratta - ha proseguito - di un messaggio straordinario. Nel frattempo il mondo è però cambiato e dobbiamo saper battere anche nuove strade: decidendole insieme ai giovani stessi, che non solo il futuro ma anche il presente di questa regione”.
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