L’inchiesta «KEU» fa emergere un’inquietante capacità di diffusione della ‘ndrangheta nelle filiere tradizionali dell’ecomafia
LEGAMBIENTE: “Dal movimento terra ai traffici illegali di rifiuti; l’inchiesta «KEU» fa emergere un’inquietante capacità di diffusione della ‘ndrangheta nelle filiere tradizionali dell’ecomafia”. “Dobbiamo difendere l’economia circolare dai tentativi di stravolgerla per abbattere i costi di smaltimento degli scarti di produzione e accumulare quindi profitti illeciti”
Una vasta operazione dei Carabinieri e della DDA di Firenze, con 23 arresti, ha portato oggi alla luce diverse attività criminali riconducibili a una cosca della 'ndrangheta infiltratasi in Toscana. Stiamo parlando di traffico di cocaina, movimento terra, controllo di lavori stradali e, soprattutto, di smaltimento illecito di grandi quantità di rifiuti speciali prodotti dal Distretto Conciario di Santa Croce sull’Arno. Per l'accusa, le ceneri di risulta degli scarti conciari classificate “Keu”, altamente inquinanti, sarebbero state sbrigativamente miscelate con altri inerti e riutilizzate tal quali in attività edilizie. Circa 8.000 tonnellate di questi rifiuti contaminati sarebbero state usate, ad esempio, nella realizzazione del V lotto della Strada 429 (in Valdelsa), già molto chiacchierata per i suoi rilevanti impatti paesaggistici. L’attività criminale si sarebbe avvalsa di una fitta rete di collusioni e tra i reati contestati figurano anche alcuni dei delitti ambientali introdotti nel nostro Codice penale grazie all’azione di Legambiente, come l’inquinamento e l’impedimento al controllo.
“Siamo esterrefatti e preoccupati per le evidenze di cui siamo venuti oggi a conoscenza con Operazione Keu; – dichiarano all’unisono Stefano Ciafani e Fausto Ferruzza, rispettivamente Presidente nazionale e regionale di Legambiente – ora, in attesa che la Magistratura faccia piena luce su quanto sta emergendo dalle indagini, non possiamo non ricordare i segnali d’allarme lanciati a più riprese da Legambiente con la presentazione del suo Rapporto Ecomafia, che vede la Toscana al sesto posto in Italia come reati ambientali, ben 2.197, accertati nel 2019. L’economia circolare va strenuamente difesa dai tentativi di stravolgerla, per smaltire illegalmente rifiuti e accumulare profitti illeciti, come sta emergendo dall’inchiesta «Keu». Aggiungiamo che una buona pratica si distingue da una condotta criminale per la severa e costante applicazione delle normative comunitarie e nazionali, dalla culla alla tomba, fino, in altri termini, al delicatissimo ultimo miglio dello smaltimento o riuso”.
Ufficio Stampa di Legambiente Toscana