10 opere faro per unItalia più verde 320x234fonte greenreport.it

Legambiente si confronta con 6 ministri sul futuro dell’Italia e sul Piano Nazionale di ripresa e resilienza

Nel corso del faccia a faccia “La nostra Italia. Più verde, innovativa e inclusiva” organizzato da Legambiente dagli studi Sky di Milano con 6 ministri del governo Draghi – Roberto Cingolani (transizione ecologica), Enrico Giovannini (infrastrutture e mobilità sostenibili), Andrea Orlando (lavoro e politiche sociali), Luigi Di Maio (Affari esteri), Mara Carfagna (sud e politiche territoriali), Stefano Patuanelli (politiche agricole, alimentari e forestali) –  e al sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio ministri Vincenzio Amendola

, l’associazione ambientalista ha presentato  10 opere faro  (vedi allegato) per concretizzare la transizione ecologica partendo dai territori e che possono proiettare l’Italia verso un 2030 più sostenibile e verde.

Si va dalla riconversione green del distretto industriale di Taranto e Brindisi, in Puglia, alla mobilità a emissioni zero nei capoluoghi di provincia della Pianura Padana e del centro sud, dalla bonifica dei territori e delle falde inquinate a partire da Terra dei Fuochi in Campania, Valle Del Sacco nel Lazio, aree petrolifere di Basilicata e Sicilia e il caso dei PFAS in Veneto e Piemontealla realizzazione di parchi eolici offshore in Sardegna, nel Canale Sicilia e in Adriatico per accelerare la diffusione delle rinnovabili; per poi passare alla delocalizzazione delle strutture dalle aree ad elevato rischio idrogeologico come nelle province di Crotone e Vibo Valentia in Calabria, di Messina in Sicilia e in Campania alla realizzazione di digestori anaerobici per il trattamento della frazione organica differenziata, con produzione di biometano e compost di qualità, per le aree metropolitane del Centro Sud: Roma, Napoli, Reggio Calabria, Bari, Catania, Palermo, Messina e Cagliari. «A partire da queste città – sottolinea Legambiente – ogni provincia deve diventare autosufficiente negli impianti di riciclo che, oltre ad evitare costi, danni ambientali e rischi di smaltimento illegale del “turismo dei rifiuti”, permetterebbero la fertilizzazione del suolo e la decarbonizzazione dei trasporti».

Tra le 10 opere faro, anche la ricostruzione e digitalizzazione con la banda ultra larga delle aree del cratere del terremoto del Centro Italia, la realizzazione di infrastrutture ferroviarie per la Calabria e la Sicilia che, al posto del Ponte sullo Stretto, necessitano di una rete di trasporto regionale per superare isolamento e disservizi e aumentare e diversificare i flussi turistici. E infine la connessione ecologica, digitale e cicloturistica dell’Appennino e lo sviluppo del biologico e dell’agroecologia sulle montagne alpine e appenniniche e nelle aree rurali attraverso la creazione di biodistretti».

Per Legambiente sono questi i primi passi e gli interventi prioritari che l’Italia dovrà realizzare per non sprecare le risorse del Next Generation EU e per dar gambe al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che il Governo Draghi dovrà ultimare ed inviare a Bruxelles entro la fine di aprile.

All’evento “La nostra Italia. Più verde, innovativa e inclusiva”, moderato da Enrico Fontana e introdotto dal presidente di Legambiente Stefano Ciafani, hanno partecipato anche il Procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho, Maurizio Landini segretario generale Cgil, Giuseppe De Bellis, direttore Sky TG24, Maurizio Molinari, direttore de La Repubblica, Rossella Muroni vicepresidente Commissione ambiente Camera dei deputati, Elly Schlein vicepresidente Regione Emilia-Romagna, Claudia Fiaschi portavoce Forum Terzo Settore, Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola, Lavinia Iovinio Portavoce dei Fridays for future, Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, Alessandro Bratti direttore generale Ispra, Luca Ruini, presidente Conai, Paolo Tomasi, presidente Conou, Catia Bastioli, ad Novamont, Carlo Tamburi direttore Italia Enel, Maura Latini, ad Coop Italia, Francesco Ferrante vicepresidente Kyoto Club, solo per citarne alcuni.

Con il talk, in diretta dalle 10,00 alle 13,00 e in streaming sui siti e le pagine Facebook di Legambiente e La Nuova Ecologia, Legambiente ha fatto il punto, insieme ai principali rappresentanti dell’attuale Governo e del mondo istituzionale, delle imprese e del terzo settore, sul PNRR e il Next Generation Italia confrontandosi sulle grandi sfide legate alla lotta crisi climatica, all’economia circolare, alle infrastrutture e alla mobilità, all’agroecologia e alla transizione ecologica, giusta e pulita. Temi al centro anche del PNRR redatto da Legambiente che, con un lavoro corale durato 6 mesi, ha suggerito, per le 6 missioni indicate dall’Europa, 23 priorità di intervento, 63 progetti territoriali da mettere in campo, le opere da non realizzare, e un pacchetto di riforme trasversali e settoriali necessarie per accelerare la transizione ecologica.

Ciafani ha ricordato a ministri e rappresentanti della società civile che «Ormai mancano 30 giorni alla scadenza fissata da Bruxelles per l’invio del PNRR –   Dal nuovo Esecutivo guidato da Mario Draghi ci aspettiamo scelte coraggiose e radicali sui progetti da finanziare, puntando solo sulle tecnologie pulite per la produzione di energia rinnovabile, sull’idrogeno verde, sugli impianti di economia circolare, sulla mobilità a emissioni zero in città e sulle tratte extra urbane, sulla rigenerazione urbana, sull’agroecologia, sul turismo sostenibile e sulle aree protette. Solo così si potrà concretizzare la transizione ecologica di cui si parla da anni e proiettare davvero l’Italia al 2030 rendendola più verde, pulita e inclusiva, dando delle risposte concrete ai cittadini e ai giovani che continuano a scioperare per il clima. L’Europa le idee chiare sulla decarbonizzazione dell’economia continentale. In Italia finora non è andata così. È questo il momento giusto per dimostrare quella volontà politica che è mancata finora, evitando allo stesso tempo gli errori del passato. L’Italia non perda questa importante occasione».

Legambiente ha anche evidenziato che «Le risorse pubbliche vanno indirizzate diversamente da quanto fatto finora. Un esempio arriva proprio dal fronte mobilità. Nel 2020 con il bonus auto è stato destinato un miliardo di euro di soldi pubblici per rottamare 125 mila vecchie auto e ridurre le emissioni di 61.000 tonnellate di CO2 all’anno. Con un miliardo avremmo potuto acquistare 2.500 autobus elettrici o 40.000 tax e car sharing elettrici, per tutti in 100 città, riducendo le emissioni di oltre 100.000 tonnellate di CO2 all’anno».

L’associazione ambientalista ha concluso la presentazione delle sue proposte sottolineando che  «Per accelerare la transizione ecologica è urgente aprire anche una nuova stagione di riforme trasversali, partecipazione dei cittadini e condivisione territoriale: si va dalle necessarie semplificazioni per velocizzare l’iter autorizzativo dei progetti di economia verde (a partire dagli impianti a fonti rinnovabili e quelli dell’economia circolare) al miglioramento qualitativo dei controlli ambientali attraverso il potenziamento del Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente per combattere la concorrenza sleale, dall’aumento delle competenze della pubblica amministrazione con un vasto programma di formazione e aggiornamento professionale alla nuova legge sul dibattito pubblico per prevenire le contestazioni e aumentare la condivisione di cittadini e istituzioni locali nella necessaria realizzazione delle opere che servono al Paese.  Si tratta di riforme necessarie per garantire qualità dei progetti, velocità della spesa e certezza del rispetto delle regole».

Il PNRR di Legambiente

La nostra Italia

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