Area marina protetta Arcipelago Toscano cernia 200x135Ciafani a Costa: «Un’Area marina protetta che salvaguardi la biodiversità e gestisca le risorse marine nella quale siano protagonisti i pescatori, gli operatori del turismo subacqueo e del diportismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente, nella quale si risolva il problema della forte carenza depurativa all’Isola d’Elba»

Il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, ha inviato al ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa una lettera per chiedere la riapertura dell’iter per istituire l’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano.

Ciafani ricorda a Costa che «La Strategia europea sulla biodiversità presentata dalla Commissione Europea lo scorso 22 maggio, sulla quale avete espresso parere positivo in sede di consultazione del Consiglio dei Ministri dell’Ambiente lo scorso 23 Ottobre, ha tra i suoi obiettivi quello di proteggere entro il 2030 il 30% del territorio terrestre e marino europeo» e che Legambiente  ha già avanzato una lista di proposte di aree protette marine e terrestri da istituire e di altre di cui chiede al ministro di accelerare e/o riprendere l’iter poiché la loro istituzione è prevista da norme statale approvate da anni. «Tra queste  - scrive CIafani - crediamo sia oramai ineludibile e urgente sanare quello che è un vero e proprio paradosso della tutela della biodiversità italiana, con la riapertura dell’Iter istitutivo dell’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano – prevista dalla legge 31 dicembre 1982, n. 879, “Disposizioni per la Difesa del Mare” e dalla legge quadro 394/91 sulle aree protette e confermata da tutti i successivi aggiornamenti legislativi e accordi internazionali sulla biodiversità e la protezione del mare sottoscritti dall’Italia».

Alla vigilia di un anno che nel mondo sarà cruciale per la difesa dell’ambiente marino il presidente di Legambiente sottolinea: «Sappiamo pure che la 15esima Conferenza delle Parti della Convention on Biological Diversity (CBD) - convocata per il 2020 e spostata al maggio 2021 a Kunming, in Cina – assumerà lo stesso target del 30%, così come sollecitata più volte a fare, sia dal segretario generale dell’Onu António Guterres, che auspicato il 4 ottobre ad Assisi dal Santo Padre Papa Francesco nella presentazione della sua Enciclica “Fratelli tutti…”».

Dopo aver ricordato al ministro dell’ambiente che «La petizione per chiedere l’immediata istituzione dell’Area marina protetta Arcipelago Toscano, lanciata lo scorso anno da Legambiente, dai Diving Center e dalle Guide ambientali subacquee dell’Arcipelago Toscano ha raggiunto e superato in pochi giorni le 5.000 sottoscrizioni, e all’Isola d’Elba il fronte di esponenti delle categorie economiche e sociali favorevoli all’istituzione dell’Area marina protetta è molto più ampio che negli anni passati», il presidente del Cigno Verde fa il punto della situazione: «Attualmente la situazione normativa del mare dell’Arcipelago toscano sembra un patchwork non ricucito di tutele e vincoli ambientali: l’unica isola dove esiste un’Area marina protetta è Capraia; Gorgona, Montecristo e Giannutri hanno aree marine consegnate al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano dal DPR istitutivo dell’Ente parco del 1996 con zone vincolate 1 e 2; Pianosa è stata assegnata al Parco con un D.M. del 1997 che amplia l’area di tutela ecologica che ricalcava il vincolo di sicurezza carcerario. Il Parco nazionale ha quindi dei vincoli che in queste condizioni non può normare se non con iniziative straordinarie e temporanee. Alcuni isolotti, inoltre, come Cerboli e Palmaiola sono Zona di protezione integrale a terra ma sono completamente non protetti a mare. Le due Isole più grandi – Elba e Giglio – non hanno mare tutelato in nessun modo se si esclude la piccola area di tutela dello Scoglietto- Ghiaie-Capo Bianco, risalente al 1971 ma non è gestita dal Parco nazionale. L’intero Arcipelago Toscano è compreso nel Santuario Internazionale dei Mammiferi Marini Pelagos ed è interessato da diverse Zone di protezione speciale (ZPS) e Zone speciale di conservazione (ZSC) con perimetro a mare per la tutela dell’avifauna marina e delle praterie di Posidonia oceanica e di altre biocenosi. Una situazione amministrativa e gestionale frazionata, confusa e inadeguata che non garantisce una tutela adeguata del mare che solo l’istituzione di una vera Area marina protetta può garantire poiché rappresenta, riconosciuto a livello nazionale e internazionale, lo strumento operativo e amministrativo più adeguato a tutelare la biodiversità e garantire lo sviluppo sostenibile locale».

Legambiente crede che «L’istituzione della AMP Arcipelago Toscano sia l’occasione per realizzare metodi innovativi di gestione già possibili con la normativa attuale (come dimostrano Capraia ed altre esperienze italiane ) e attraverso regolamenti ad hoc si può favorire la tutela della biodiversità e al contempo mantenere le attività dei pescatori e dei diving center locali attraverso un regolamento della AMP concordato con le comunità locali che permetta la previsione di zone di mare chiuse alla pesca (o ad alcuni tipi di pesca) a rotazione per favorire il ripopolamento. Proposte serie e scientificamente sostenibili maturate dalla volontà dei pescatori e dei diving center di sostenere la nascita dell’Area marina protetta a dispetto di chi pensa di speculare e abusare del mare dell’Arcipelago Toscano».

Ciafani sottolinea che «Legambiente è d’accordo con questa filosofia, e vuole che si istituisca un’Area marina protetta che salvaguardi la biodiversità e gestisca le risorse marine nella quale siano protagonisti i pescatori, gli operatori del turismo subacqueo e del diportismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente, nella quale si risolva il problema della forte carenza depurativa all’Isola d’Elba. Siamo più che convinti che l’Area marina protetta, per uno dei mari più studiati del mondo e del quale si conoscono eccezionalità e rischi, nel cuore di un Santuario internazionale dei Cetacei - che resta sulla carta - si debba fare coinvolgendo gli elbani, i gigliesi e chi nel mare e con il mare ci vive e ci lavora. Ma siamo anche convinti che, dopo 38 anni di discussioni spesso fuorvianti, di fake news, sia arrivato il momento di darsi un termine, di dire quanto deve ancora durare la discussione sull’Area marina protetta su come farla, non se farla».

Per questo, «contando su una pronta azione per attuare la Strategia europea sulla biodiversità e nel rispetto degli impegni internazionali assunti dal nostro Paese», Ciafani chiede al ministro dell’ambiente Costa  di «riaprire l’Iter istitutivo dell’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano prevedendo un termine certo e congruo per la conclusione del percorso conoscitivo e amministrativo per concludere un percorso partecipativo con l’Ente parco, le amministrazioni e le comunità locali, le categorie economiche e sociali, le associazioni ambientaliste, per definire le regole, la perimetrazione e la zonazione dell’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano». 

   

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