scritto da Angelo Stefanini
Si, dallo scempio perché proprio di questo si tratta. Basta dare un'occhiata alle foto per rendersene conto. Uno dei luoghi più belli dell'isola, Capel Rosso, trasformato in una specie di carbonaia a cielo aperto. Tra quel che resta di quelle spettacolose distese di fico degli Ottentotti e quei lugubri teli di plastica neri, tenuti fermi con dei sassi e sotto ai quali, complice il calore del sole, ogni forma di vita è stata soffocata.
Tutto questo è dovuto all'attuazione di uno scellerato progetto di rimozione attuato dall'ente parco che proprio per sua natura e come del resto previsto dal proprio regolamento, dovrebbe essere invece un ente di tutela e non di distruzione di ciò che madre natura, attraverso le proprie regole fisiologiche, genera e conserva. Sul posto poi stride il contrasto tra questa vergogna e ad esempio, la meravigliosa scalinata in granito realizzata dai nostri scalpellini.
Questo a dimostrazione di come può essere diverso l'impatto dell'opera dell'uomo sull'ambiente a seconda della saggezza o della scelleratezza che la guida. A proposito poi dei sassi messi per tenere fermi i teli mi è venuto in mente un fatto accaduto un po' di anni fa. Insieme ad un amico che aveva una vigna nella zona cercammo di dare una sistemata alla strada di accesso, per poter raggiungere la vigna stessa più facilmente con un ape o mezzo simile al momento della vendemmia.
Questo comportava lo spostamento limitato di alcuni sassi e di qualche piccola cote. Fummo avvisati per interposta persona e per fortuna bonariamente dagli agenti della forestale del tempo di smettere subito per non incorrere in una denuncia penale. Si vede bene dalle foto cosa invece è stato consentito di fare per attuare questo scempio. La ciliegina sulla torta è poi rappresentata dal cartello apposto e con il quale si cerca di dare una qualsiasi giustificazione a quello schifo.