scritto da Sei Toscana
l presidente di Sei Toscana, Alessandro Fabbrini, è stato intervistato dal quotidiano La Nazione. Nell'intervista, il presidente di Sei Toscana ha parlato delle attività, dei progetti e delle iniziative che il gestore dei rifiuti dell’ATO Toscana Sud promuove nei 104 Comuni del territorio servito, concentrandosi in particolar modo sul nuovo piano industriale della società e sul lavoro fatto, assieme ad ATO, per la presentazione dei progetti per il bando “Economia Circolare” promosso dal Ministero della Transizione Ecologica.
Di seguito l’intervista.
Un nuovo piano industriale che prevede 150 milioni euro di investimenti nei prossimi cinque anni. Un aumento di capitale da 31 milioni di euro e quarantuno progetti per accedere ai finanziamenti del PNRR. Sei Toscana, gestore unico del servizio integrato dei rifiuti dei 104 comuni della Toscana del sud, è pronta a una vera e propria rivoluzione green. Alessandro Fabbrini, lei ha assunto la carica di presidente da poco più di un anno. Un primo bilancio? Eravamo consci che ci attendesse una sfida oggettivamente complessa, ma al contempo stimolante. L’asset societario ha visto l’ingresso di un nuovo partner industriale come Iren Ambiente a fianco delle altre importanti realtà già presenti. Questo, oltre ad assicurare esperienza e know how, ha permesso e permetterà alla società di compiere importanti investimenti che consentiranno di migliorare ed efficientare i servizi ambientali portati avanti da Sei Toscana sul territorio. Partiamo proprio dal nuovo piano industriale, quali sono le linee guida e gli obiettivi? Si prevedono investimenti per 150 milioni euro nei prossimi cinque anni e un obiettivo tanto concreto quanto ambizioso: raggiungere l’equilibrio economico finanziario della società entro tre anni, ottimizzando la macchina organizzativa e garantendo servizi più efficienti ed economicamente sostenibili. Il piano è già operativo? Dopo un lungo e capillare lavoro di presentazione e condivisione con tutti e 104 i Comuni del territorio, pochi giorni fa l’Assemblea di ATO ha approvato i nuovi piani di riorganizzazione dei servizi che riportano la declinazione del nostro piano industriale per ogni territorio. Adesso possiamo iniziare a mettere a terra quanto scritto. Quali saranno gli interventi? Molteplici. Investiremo circa 40 milioni per il rinnovo del parco mezzi, puntando ad avere una flotta più efficiente e, al contempo, più sostenibile con minor emissione di Co². 85 milioni saranno destinati all’acquisto delle attrezzature di raccolta e circa 11 milioni per i centri di raccolta e i cantieri operativi. Si tratta di investimenti molto cospicui, come contate di affrontare le spese? Pochi giorni fa l’Assemblea dei Soci ha deliberato all’unanimità un aumento di capitale da 31 milioni di euro. Un passo molto importante, che conferma la volontà di tutti i soci a investire nella crescita della società. A questo si affianca il lavoro fatto insieme ad ATO per accedere ad alcuni finanziamenti. Si riferisce ai fondi del PNRR? Sì. Sei Toscana, sotto l’egida di ATO che ha delegato Sei Toscana, ha presentato, per il bando “Economia Circolare” del Ministero per la Transizione Ecologica, 41 progetti per complessivi 30 milioni di euro che riguardano tutti i Comuni della Toscana del sud. L’obiettivo è proprio quello di finanziare i consistenti investimenti necessari per migliorare la qualità dei servizi di raccolta e delle infrastrutture senza caricarne i costi sulle tariffe dei cittadini. Cosa riguardano i progetti? Ci sono tre linee di intervento. Diciotto progetti, uno per ogni AOR – l’Area Ottimale di Raccolta che suddivide il territorio per comuni limitrofi, per la fornitura e l’istallazione di contenitori ad accesso controllato, per un valore totale di circa 20 milioni di euro. Diciassette progetti per la realizzazione ex-novo o l’adeguamento dei centri di raccolta, per un valore complessivo di poco più di 5 milioni e mezzo. E sei progetti per interventi vari volti a migliorare la qualità della raccolta differenziata, per un totale di poco più di 5 milioni di euro. Come vede il futuro? Credo che possiamo guardare al futuro con ottimismo e immaginare per gli anni a venire una nuova fase di fiducia, consolidamento e crescita per l’azienda. E, soprattutto, per il territorio, i cittadini e le imprese che lo animano. Il nostro obiettivo è di dare risposte concrete, coniugando la nuova forte dimensione industriale della società con il dialogo e l’ascolto costante dei territori.