fonte greenreport.it scritto da Nicola Perini
Le perdite di rete sono più basse della media nazionale, gli investimenti procapite più alti. E con il Pnrr si punta adesso ad accelerare mettendo in campo centinaia di milioni di euroLa Toscana festeggia la Giornata mondiale dell’acqua, che cade oggi 22 marzo, con buone notizie nella gestione del servizio idrico integrato.
La giornata cade quest’anno in un momento di grave siccità derivante dall’eccezionale stagione secca di quest’inverno, e che ha colpito soprattutto il nord Italia ed il bacino del Po. Gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno sentire non solo in molte aree del mondo a rischio siccità o inondazioni, ma anche purtroppo in Italia.
In occasione del 22 marzo vogliamo confermare il ruolo e l’impegno delle aziende idriche della regione nel raggiungimento degli obiettivi globali in materia di sostenibilità (Agenda 2030 dell’Onu) e di contrasto ai cambiamenti climatici, puntando ad una crescente decarbonizzazione del settore e all’uso efficiente della risorsa.
Da anni i gestori toscani registrano uno dei più alti livelli di investimento in questo settore, ottimi risultati negli obiettivi di depurazione e qualità dell’acqua potabile e di qualità tecnica del servizio. In Italia si investono circa 49 euro ad abitante come media nazionale, valore da confrontare con il valore europeo di 100 euro ad abitante, mentre la Toscana si attesta sul valore di 70 euro/abitante. Tutti dati ben documentati dal Blue Book presentato a livello nazionale da Utilitatis, il centro studi di Utilitalia, su base dati 2019.
Le perdite di rete in Toscana, al 39,8%, sono più basse della media nazionale (43,3%) e di quelle del centro Italia (48%). In questi mesi i gestori toscani sono impegnati nel migliore utilizzo possibile dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che destina risorse importanti per il miglioramento delle infrastrutture idriche. Un’occasione che il sistema Italia soprattutto, ma anche la Toscana, non può perdere per far fare al comparto un salto di qualità tecnologico e infrastrutturale.
Vanno poi utilizzati i fondi di React EU e del Fondo nazionale di coesione, per un investimento globale in infrastrutture idriche di circa 2,7 miliardi di euro. È ragionevole pensare che circa il 10% di questo valore nazionale “atterri” in Toscana.
Sono già stati definiti gli accordi con il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile (Mims) per la realizzazione ed il finanziamento delle opere acquedottistiche strategiche (acquedotti, invasi, interconnessioni) per un valore di 70 milioni di euro. È aperto da qualche giorno il bando del Mims stesso per gli investimenti per la riduzione delle perdite di rete. Presto saranno aperti i bandi del Mite per gli interventi di fognatura e depurazione. Si tratta nel complesso di centinaia di milioni di euro che la Toscana punta ad utilizzare dai fondi Pnrr.
Il settore del servizio idrico oggi in Italia “fattura” circa 8 miliardi di euro l’anno, 900 milioni in Toscana, con 28.000 addetti, di cui 3.000 in Toscana. Gli investimenti effettuati nel 2020 sono stati pari a 320 milioni di euro. Un settore importante che vale circa lo 0,5% del Pil nazionale e regionale.
La Toscana è stata una delle prime regioni ad applicare la legge Galli ormai più di 20 anni fa, ed oggi presenta un quadro evoluto ed avanzato di governance e superamento della frammentazione: una sola autorità idrica (Ait), sette gestori concessionari, nessuna gestione in economia. Un esempio per altre aree del Paese.