scritto da Armando Schiaffino
Alcuni anni fa, uno dei vari direttori generali che si sono succeduti nella nostra ASL, fece una considerazione molto appropriata riferendosi alle difficoltà connesse all'assistenza sanitaria all'isola del Giglio, sia dal punto di vista del numero dei residenti che per la sua situazione logistica, non paragonabile né all'isola d'Elba, di dimensioni tali da consentire la presenza di un ospedale, né a altre isole minori tipo Giannutri, oggetto solo di occasionali interventi, considerate le poche unità di cittadini residenti per tutto l'arco dell'anno.
Il problema cui faceva riferimento il direttore generale era non solo quello legato alla possibilità di un efficace e tempestivo intervento medico, oggi sempre più risolutivo in varie branche della medicina e della chirurgia, se il paziente viene ospedalizzato in tempo utile ma soprattutto quello legato all'attività di “triage”, ovvero di individuazione dei casi veramente meritevoli di ospedalizzazione: problema irrilevante in terraferma, dove il paziente può sempre accedere in tempi brevi in Pronto Soccorso, anche semplicemente accompagnato da un familiare per una valutazione della reale gravità dei sintomi.
Nel caso dell'isola del Giglio l'accesso (anche dei soli casi sospetti) comporta l'uso di un elicottero o, se non disponibile, della partenza di una nave-traghetto.
Facilmente intuibile quanto sia importante l' ”appropriatezza” dell'utilizzo del mezzo aereo da vari punti di vista (costi, rischi del personale di soccorso, possibilità di sottrazione dell'uso per un'altra concomitante e reale urgenza ecc.) e la conseguente necessità di un attento lavoro di “griglia” in loco, con tutte le difficoltà e le responsabilità connesse.
Senza scendere in dettagli tecnici, è stato sottolineato in numerose occasioni come il corretto svolgimento di tale attività comporti, in primis, l'accorpamento dei servizi, delle attrezzature e di tutti gli operatori sanitari coinvolti a qualsiasi titolo, in un unico “polo sanitario” (fra l'altro già da anni precisamente indicato nella cartografia del Piano Strutturale del Comune di Isola del Giglio).
La concreta realizzazione di tale polo è stata da anni sollecitata da molti e sarebbe anche noioso tornare a ripetere i soliti discorsi (vedi in proposito gli interventi su Giglionews dell'ex sindaco Attililo Brothel del 5 febbraio 2010, del 26 luglio 2010, miei del 3 giugno 2016 e del 10 giugno 2016 ecc.).
Personalmente, e per amore di sintesi, ritengo doveroso soltanto dover aggiungere le seguenti considerazioni.
Una efficace politica sanitaria insulare non può reggersi, in un'epoca di continui progressi delle scienze mediche e della conseguente necessità di conoscenze multidisciplinari, sulle spalle di un unico soggetto, ma deve essere inserita in un contesto che garantisca tranquillità operativa e sicurezza di tutti gli operatori sanitari.
La particolare attenzione da sempre riservata alla realtà delle isole minori da parte sia del governo centrale che regionale (vedi sperimentazione pilota per i servizi di telemedicina del territorio ecc.) e la dimostrazione della capacità di gestione in loco di tali opportunità, comporterebbe non solo un notevole miglioramento dell'assistenza ai cittadini gigliesi, (trasformando una situazione di disagio in una di privilegio) ma addirittura un radicale capovolgimento di valutazione da parte di giovani medici chiamati a operare al Giglio, che vedrebbero in questa nostra realtà una importante opportunità di esperienza e di riqualificazione professionale.
Aspetto da non sottovalutare soprattutto in considerazione della ingravescente crisi legata alla carenza di medici di base a livello nazionale. Una gestione “centralizzata” della sanità isolana comporterebbe inoltre una allocazione delle risorse economiche che, se impegnate in un programma condiviso e intelligente, consentirebbe non solo migliori servizi per i cittadini ma anche preziose economie di gestione.
A livello di scelte politiche locali avere disatteso tale programmazione e avere anteposto preoccupazioni di carattere campanilistico legate alla ricerca di un consenso popolare immediato, ha pericolosamente allontanato la possibilità di una concreta e razionale assistenza sanitaria all'isola del Giglio in tempi brevi.
Considerate infatti le difficoltà oggettive e la complessità di un percorso che avrebbe richiesto non solo volontà politica ma anche risorse umane e tempi non brevi, tutto lascia ragionevolmente paventare, allo stato attuale dei fatti, un ulteriore decremento demografico e della qualità della vita sull'isola, soprattutto nel periodo invernale.
Armando Schiaffino
09 febbraio 2021