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ArmandoSchiaffinoDopo tanti anni di responsabilità nel Servizio Sanitario dell’Isola è stato per tutti un esempio di professionalità ed attaccamento ai suoi pazienti e va ulteriormente sottolineato il suo enorme attaccamento al territorio.

I ringraziamenti sono d’ obbligo e a tal proposito ho scelto un omaggio di Marcella Ansaldo, che descrive quello che era il Dr. Armando nella sua isola.

Grazie Armando!!!  Buona pensione!!!

dalla pagina facebook di Marcella Ansaldo 
 
Innanzi tutto un sentito ringraziamento per gli anni di dedizione e auguri di un sereno pensionamento …. anche se nessuno ci crede che Armando andrà in pensione: continuerà a fare ciò per cui è nato, cioè prestare assistenza medica e studiare, soprattutto la storia del Giglio.
Voglio festeggiarlo con alcuni ricordi personali. Ognuno di noi Gigliesi ha i propri. Penso che parlare delle sue “gesta” sia il modo migliore per ringraziarlo.
Io di ricordi ne ho molti. Ne ho anche uno “continuativo”, che è l’ebbrezza e il vanto di poter dire: io ho un amico medico bravissimo.
Ne scelgo due, perché credo che siano emblematici, specialmente in questo periodo di difficoltà globale, e che siano di buon augurio per il futuro.
La nascita di Marta.
Marta è nata al Giglio, a casa, il 24 agosto del 1985. Con dieci giorni di ritardo rispetto alla tabella di marcia. Le mie intenzioni erano di rimanere a casa, ma all’ultimo mi sono preoccupata e avrei voluto partire. Si ruppero le acque e la mia ginecologa, la professoressa Fabia Nordio Illing - la mia dolcissima fatina che ci ha lasciato circa una anno fa - con un rimprovero al telefono mi ha intimato di non muovermi e di mettermi a letto. Erano le cinque del pomeriggio. È arrivato Armando. Mi ha sorriso, tranquillizzata, mi ha visitata, si è seduto sulla sedia accanto al mio letto e lì è rimasto.
Poco primo del momento fatidico, insieme a Tiziano, ha trasportato il grosso tavolo fratino di cucina lungo il corridoio fino in fondo alla camera, perché il parto sarebbe stato più agevole. Poi mi hanno prelevata di peso e posizionata sul tavolo. Cose che i dottori in genere non fanno. Questo già la dice lunga sul senso del dovere e sull’amicizia.
Marta non ha tardato. Alle 7,30 di sera era già nata, lunga lunga perché cresceva mentre dormiva al calduccio. Armando dopo qualche secondo ha esclamato: - Ma è femmina! . Quell’esclamazione ci ha fatto impazzire tutti di gioia e allegria. Dopo un quarto d’ora Marta era già pulita e vestita, e anche io ero già a posto, con la bimba accanto a me che dormiva.
Alle 7,45 Armando ci saluta così:
- Brava Marcella, hai visto. Neanche devo rinunciare alla cena a cui sono invitato. Giusto in tempo! - E se ne va ridendo felice senza chiedere niente e lasciandoci alla nostra felicità, senza interferire. Credo che abbia sempre considerato Marta anche po’ sua.
La ferita sul piede sinistro.
Ristorante Le Tamerici. Mi cade un vaso di vetro con sei chili di pomodoro causandomi una ferita sul dorso del piede sinistro. Lo medico come posso. Poi vado da Armando che fa una fasciatura e mi prescrive antibiotici perché prevede un'infezione. Che avvenne. Si formò un bozzo. Altri antibiotici. Sono andata avanti così per tre settimane nel pieno della stagione lavorativa. Poi Armando decide di capitolare e di mandarmi all’ospedale di Orbetello per un intervento chirurgico.
Vado, con tutti i fogli di urgenza e lasciando il ristorante sguarnito.
All’ospedale mi guardano, roteano gli occhi, mi dicono che non è operabile, mi prescrivono altri antibiotici. Dicono che è impossibile perché il bozzo si trova tra l’arteria e il tendine e un’operazione sarebbe rischiosa. Me ne vado sconsolata e sfinita, anche perché gli antibiotici stavano avendo un effetto davvero controproducente sul mio stato generale, considerato anche il periodo di massimo lavoro. Torno al Giglio, vado da Armando. Armando scuote la testa. Mi dice: - Non dirlo a nessuno. Domattina vieni qui presto alle 7,30. Te lo faccio io.-
Io vado, tranquilla e sicura. Non ho mai dubitato un attimo che qualcosa di brutto potesse succedere. E così è stato.
Una piccola anestesia, un taglietto, una medicazione, una benda. Forse mezz’ora. Dopo di che Armando era pronto per i suoi pazienti già in attesa e io pronta per il lavoro al ristorante. Il piede non mi ha mai più dato fastidio.
Lo sto raccontando adesso. Spero che Armando non me ne voglia. Se un reato c’è stato, è andato in prescrizione. Grazie Armando, il mio piede sta ancora bene, con tendine e arteria, e anche la cicatrice è scomparsa.
Potrei andare avanti a oltranza. Ma credo che ognuno di quelli che leggono avranno almeno un episodio da raccontare.
Buon pensionamento Armando.
   

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