di Attilio Brothel
Dopo la cocente, inaspettata, sconfitta elettorale del 2004, del tutto inimmaginabile per il mio avversario politico, dato che aveva già programmato la festa con tanto di “porchetta” e vino ansonaco, forte di un exit spoll sballato, l'allora Capogruppo di minoranza Sergio Ortelli per tutto il quinquennio non è stato tenero, né col sindaco né con la maggioranza consiliare dell'epoca, formulando aspre critiche continue, alle quali è stata sempre data puntuale, esauriente, risposta.
Dico questo perchè le stesso critiche che ora rivolge la minoranza consiliare al sindaco sono, pressochè, le stesse fatte all'epoca dalla minoranza consiliare di cui Sergio Ortelli era capogruppo.
Stupisce poi che il sindaco Ortelli, che dovrebbe avere oramai una navigata esperienza politica, possa cadere in questi errori madornali di valutazione e di offesa pubblica come se fosse una neofita. L’uscita – a mio parere - molto infelice del sindaco, oltre a denotare una preoccupante e profonda mancanza di rispetto per le persone e per il ruolo di rappresentanza che esercitano i consiglieri, mette a nudo la sua grave incapacità politica di accettare democraticamente la voce critica e consistente della minoranza come componente essenziale e di garanzia della nostra amministrazione.
Che il sindaco Ortelli nutra, da sempre, una certa consistente avversione nei confronti dei consiglieri di minoranza è cosa nota.
Tuttavia, va ricordato che le norme oggi in vigore attribuiscono ai consiglieri di minoranza un ruolo oltre che politico e di stimolo all’operato della compagine di governo, anche e soprattutto di controllo data dall’art. 127 del t.u. 267/00, al fine di garantire l’esercizio dell’autorità di governo, dato dalla legittimità del voto democratico, e soffocare sul nascere forme di autoritarismo, fenomeni che sono intrinseci nell’esercizio del potere, in modo peculiare in comunità dalle dimensioni ridotte.
Attilio Brothel – ex sindaco