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Il 19 aprile è la giornata nazionale. L’assessore: “Donare è un gesto di generosità”

Nessuna iniziativa in piazza o sul territorio quest’anno: l’emergenza sanitaria lo impone. Ma nonostante tutto donazioni e trapianti non si fermano.

L’epidemia di coronavirus ha rivoluzionato vita e spostamenti delle persone, ma la Toscana si conferma da gennaio a marzo la prima Regione d’Italia nell’offerta di organi e tessuti, con una proiezione di cento donazioni per milione di abitanti (fonte Centro nazionale trapianti) contro una media nazionale di 41,4. “E’ la forza del cuore toscano – sottolinea l’assessore alla salute della Toscana, Stefania Saccardi - ed è importante che ognuno continui a fare la propria parte”.

Domenica 19 aprile si celebra la 23ma Giornata nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti, promossa da Ministero della Salute, Centro Nazionale Trapianti e associazioni di settore. La Regione Toscana aderisce alla campagna di sensibilizzazione, che per questa edizione sarà necessariamente quasi tutta on line, sui social e sui canali Rai. L’obiettivo è accrescere il numero di coloro che dicono sì alla donazione e lasciano al riguardo un’indicazione chiara.

“La decisione di donare gli organi e i tessuti rappresenta, oggi più che mai, un atto di grande generosità e solidarietà che permette di dare alle persone in lista di attesa la possibilità di guarire e tornare a vivere una vita normale” spiega ancora Saccardi. Il rapporto tra donatori di organi e abitanti è in Toscana molto elevato: il che si traduce in opportunità di cura per i cittadini toscana ed anche per coloro che provengono da fuori regione, attraverso l’Organizzazione toscana trapianti.

Ancora qualche numero. “La Toscana – ricorda l’assessore - registra nei primi tre mesi dell’anno 73 trapianti per milione di abitanti (la media nazionale è 55) e ben 400 sono le segnalazioni per donazione di tessuti che pongono anche in questo caso la Toscana al primo posto”. Ma è comunque importante sensibilizzare i cittadini: donare vuol dire salvare una vita o consentire condizioni di vita migliori a chi è obbligato a terapie lunghe e dolorose. Un ruolo importante nel raggiungere questi risultati l’hanno avuto anche i coordinamenti di area vasta delle terapie intensive.

Come dare il consenso 
Per diventare donatore basta scaricare e firmare il tesserino della campagna “Diamo il meglio di noi” dal sito www.diamoilmegliodinoi.it. Sarà sufficiente compilarlo, firmarlo o tenerlo nel portafogli tra i documenti di identità: questo gesto ha pieno validità di legge, in attesa poi di andare al Comune a rinnovare la carta di identità e registrare il proprio “sì”. Ci si può rivolgere anche all’ufficio preposto della Azienda sanitaria. Altrimenti può bastare la tessera Aido (l’associazione donatori di organi). Sempre meglio però avere una dichiarazione registrata nel sistema  informatico trapianti, a cui gli operatori possono accedere in ogni momento.  

La legge garantisce la libertà di scelta sulla donazione. E’ possibile dare il consenso o il diniego e modificare in qualunque momento la volontà espressa. Se uno non ha lasciato scritto niente e nel caso di morte cerebrale, che rispetto al coma è uno stato definitivo e irreversibile, il prelievo è consentito solo se i familiari non si oppongono. Ma ci sono anche organi – come il rene, parte di fegato, polmone, pancreas, intestino e cellule staminali emopoietiche, cute, placenta e segmenti ossei – che si possono donare anche da vivente a vivente. Donatore e ricevente rimangono sempre anonimi.

   

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