Tra le numerose iniziative del parco nazionale arcipelago toscano la pubblicazione di una guida delle tipicità agro-alimentari delle isole.
In occasione della sua presentazione al forte inglese di Portoferraio, possente struttura edificata dal granduca leopoldo nel 1700 e recentemente restaurata dal parco, era ospite la condotta slow food di isola del giglio per parlare delle sue coltivazioni davanti ad un gruppo di giornalisti ed appassionati delle isole.
Da subito ci è sembrato di essere nella rocca pisana di Giglio Castello.
Abbiamo descritto la situazione delle coltivazioni, dal successo dell’uva ansonica, al ritorno del cavolo torso, l’aglione, ii fico nerucciolo, la pesca sanguigna, le mugnache, le sarace, i frutti dell’orto come i pomodori, rucola, pisellini, fave e i frutti spontanei della macchia mediterranea, un cenno anche alla problema della pesca per far tornare disponibili i salubri pesci delle coste gigliesi.
Nonché le ragioni che ci spingono a salvare queste eroiche coltivazioni, abbandonate per mancanza di interesse e soppiantate da prodotti industriali di facile lavorazione e prezzo inferiore che hanno successo nel consumo della società attuale, dimenticando l’affetto ed il rispetto che dobbiamo ai contadini che per secoli con fatica hanno elaborato tecniche di lavorazione in un territorio difficile ma generoso,garantendo il sostentamento a generazioni di isolani.
Salvaguardare questi prodotti, cresciuti al sole ed alla salsedine dell’isola, con cui il nostro corpo ha interagito per centinaia di anni è la cosa più saggia che possiamo fare, saremo capaci di adeguarci a prodotti sconosciuti di altre terre e altri umori senza danni ? Abbiamo lanciato questo seme di discussione…...
Siamo passati al momento pratico, la degustazione:
Iniziata con un piccolo panino, con cavolo torso gentilmente rimediato da Enrico Centurioni ( la raccolta è al termine stagionale) e salsiccia di suino brado, accompagnato da vino ansonaco in purezza della coop le GREPPE,
deliziato le papille con un ansonaco dai sentori antichi dell’az. PARASOLE di DANEI Milena entrata nel panorama vinicolo isolano con tutta la passione di gigliese,
abbiamo continuato con un particolare ansonaco di un viticoltore da poco approdato sull’isola con un grande bagaglio di volontà Simone con il suo CALZO DELLA VIGNA raffinato ed elegante.
Il panficato quello della tradizione elaborato da Marisa consorte del vulcanico e gigliese Enrico, il corollo sbattuto con semi di finocchio e buccia di arancia, una scioglievolissima crostata con le marmellate della coop le Greppe solo di frutta dell’isola, per finire un sorso di mirto, liquore di bacche raccolte sull’isola ed altri aromi della sua macchia.
Grande empatia e prossimo incontro all’isola del giglio con i produttori di elba e capraia.