La legge regionale, approvata nel dicembre scorso, incentiva l'introduzione dei prodotti a chilometro zero nelle scuole
FIRENZE - “Trovo incomprensibile l’atto del governo per una legge che rafforza la qualità e la salubrità delle produzioni alimentari destinate alle mense scolastiche e quindi ai nostri bambini”.
L’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi commenta così la decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge regionale numero 75 del 10 dicembre 2019, con la quale si incentiva l'introduzione dei prodotti a chilometro zero provenienti da filiera corta nelle mense scolastiche.
“La legge – prosegue - vuol sostenere il mangiare buono, fresco, sano nelle nostre scuole: i prodotti di filiera corta, certificati e trasformati all’interno del territorio regionale, vanno in questa direzione. Inoltre questi prodotti, proprio perché vengono dal territorio, ci danno maggiori garanzie di freschezza e, per la vicinanza alla destinazione, diminuiscono l’inquinamento causato dai mezzi di trasporto”.
“Il senso di questa impugnazione – prosegue Remaschi – mi sfugge anche perché la legge non prevede finanziamenti a nessun soggetto o comparto economico: la giunta finanzia ‘progetti pilota’ presentati dai comuni. In questi progetti deve essere previsto l’utilizzo, nella preparazione dei pasti, di almeno il 50 per cento di prodotti a chilometro zero e il varo di iniziative di informazione e sensibilizzazione: l’utilizzo di questi prodotti deve essere affiancato da un’azione di educazione e responsabilizzazione alimentare”.
“La legge sulle mense scolastiche – conclude Remaschi – è stata approvata dal Consiglio regionale all’unanimità: è infatti lampante il fatto che vada in una direzione giusta per l’alimentazione dei ragazzi, per l’ ambiente, per le economie sostenibili come quella biologica. Faremo di tutto perché il percorso che abbiamo attivato, in cui abbiamo coinvolto tutti i soggetti interessati a vario titolo, e sul quale si è espressa coralmente la comunità toscana, non debba essere interrotto”.