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 I POETI DELL'ISOLA 

toninooAutore Tonino Ansaldo

 
1799: L’eterni eroi

Andiedero sciabecchi
sette sotto costa di levante
nel golfo del ponente.
Andiedero ove l’astro vive
e tardo muore lo splendente.
Andiedero veleggiando minacce e quadre.

I dritti di prora
verso le Secche punte
e di Sparavieri.
Arduo approdo a turchi guerrieri.
In ansia l’alba
d’un autunno.

Messero a terra il pie’
pur nella piana
piaggia etrusca.
In detto loco, Torre Magna
poco difese
poco foco accese.

Moltitudini scesero
duemila fieri dicesi.
Di vermigli vessilli e verdi,
di curve lame lucenti
e cariche armi d’intenti.

Dal forte visti vennero.
Di araba stirpe, mori,
di pelo in volto assai
più l’orrido crine.
Non parenti, salienti
al monte nostro d’acqua cinto
e dai quadranti venti.

Lesto il sacro bronzo
toccò a martello.
Lesto, eroi chiamò nei campi
oltre il muro fratello.

Sola e sorda l’età rese
così “Aragosta”
fora coi pecori restò.
Nessun male nessun fece.

Sù pel Gronco schiere
dal Vernaccio alla Fontuccia
tra coti, vigne e greppie
sopra Santa Croce armati e bandiere.
Quivi a insetti pari
saliendo giunsero.
Pochi di numero
d’armi mal pratici.
Tredici sottocento,
leoni sui trioni s’opposero.
Simile Termopili
Parti a migliaia
di Sparta sol trecento.

Sù altari esposte reliquie
col Braccio Santo.
Accesa molta cera in chiesa,
grida nell’eco nella preghiera.
Terrore nei lumi
di piccoli e vecchi
inabili alla difesa.
L’aiuto dei santi
cuor loro spera.

Dalla Casamatta
scoppiò, falciò corsari
del cannon la sfera.
Posero alti guai
Aldi, Bancalà, Giudici, Danei e Mai.
Di Dio ministri, manipolo presente c’era.
Di patria eroi nonmai.

Di gloria coperti
graniti otto trioni.
Lassù,
Baffigi, Brizzi, Brothel, Bartoletti, Centurioni.
Di scompiglio artefici
fiamme nella lotta.
Torri nel mito.
Vive Sant’Anna, la Sentinella,
dei Lombi e di Scotta.

Da l’orto del comando
Intenso foco volse
Rosa, Stefani, l’Arienti.
Sargenti, tenenti superbi combattenti.
Pur principiò Pini, Modesti, Martini.
Da epiche feritoie, coro di spari,
mortale concerto, di note sempre pari.
Lassù
Rossi, Miliani, Lubrani, Pellegrini.
L’amazzoni tra loro
sù scale giù i macigni
coi turchi in volo.

Poi …
La decimasesta ombrò il meriggio.
Luce fece invece su quel coraggio.
Fugaci presto mise tra valli quell’indegni.
Potiedero sul mar issar le vele
salpa’ i ferri e naviga’ i legni.

Lassarono in insula pochi armamenti.
Lassarono sette immoti, privi di sentimenti.
Solo e briaco uno rimase,
più mai galleggiò
saraceni bastimenti.

Narrò di mura d’isola
di folla popolate.
Difeso il borgo
di gremiti spalti, di gente armate.

Nostro Mamiliano Santo
I mori orbi rese.
Parve un miracolo sulla cinta
in mezzo a costoro, Costui scese.

Vita e sangue
Il moro stiavo
mestiò poi
coll’eterni eroi.

Clementi padri.
Impavidi padri.
Maggiori nostri padri.

 

 

   

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