scritto da greenreport.it 

Nell’ultimo anno Sei Toscana ha avviato a riciclo quasi 90.000 ton di rifiuti da imballaggio, e altre 65mila ton di organico sono andate negli impianti di compostaggio

 

Il 18 marzo si celebra la Giornata mondiale del riciclo, e i modi migliori per farlo sono due: da una parte incrementare la qualità e quantità della propria raccolta differenziata, dall’altra ri-acquistare i prodotti derivanti dal riciclo.

L’economia circolare rappresenta infatti un circuito pienamente virtuoso solo quando tutti gli ingranaggi del sistema si tengono tra loro, e questo vale ovviamente anche nella Toscana del sud, dove la raccolta differenziata – partendo da livelli più bassi – sta crescendo a velocità doppia rispetto alla media regionale, ma deve ancora migliorare nella qualità del raccolto: una responsabilità che ricade in primis su cittadini – che devono dunque poter disporre di una buona informazione in tema ambientale –, chiamati a conferire correttamente i propri rifiuti.

«Solo la raccolta differenziata di qualità apre la strada al riciclo e all’economia circolare», dichiarano nel merito da Sei Toscana, il gestore unico dei servizi d’igiene urbana nei 104 Comuni dell’Ato sud.

Secondo i dati forniti oggi da Sei Toscana, in quest’area sono stati «avviati a riciclo quasi 90.000 tonnellate di rifiuti in carta, vetro, plastica, legno e metalli raccolti in maniera differenziata», ovvero quei rifiuti da imballaggio che separiamo ogni giorno nelle nostre case; nello specifico, sono state avviate a riciclo 41.900 ton di carta e cartone, 4.800 ton di metalli, 11.600 ton di plastica, 15.500 ton di vetro e 15.650 ton di legno.

A questi quantitativi si aggiungono più di 65mila ton di organico, rifiuti biodegradabili (come gli scarti di cucina) avviati a compostaggio. Complessivamente, sono queste due macrofrazioni della raccolta differenziata – imballaggi e organico – che rappresentano l’avvio a recupero di materia nella Toscana del sud.

Sarebbe interessante rapportare queste 155mila ton totali con l’ammontare della raccolta differenziata, ma il dato certificato dall’Agenzia regionale recupero risorse (Arrr) non è stato ancora aggiornato al 2021; l’ultimo disponibile risale al 2020, quando i rifiuti urbani generati nell’Ato sud ammontavano a 532.507 ton, di cui 265.469 (520,15%) raccolti in modo differenziato.

Pur non potendo disporre dei dati 2021 sulla raccolta differenziata, presumibilmente in aumento percentuale rispetto al 2020, è dunque evidente che le 155mila ton avviate a recupero di materia nell’ultimo anno rappresentano solo una parte dei quantitativi raccolti in modo differenziato.

Un fenomeno che purtroppo non stupisce, e che di certo non riguarda solo la Toscana meridionale: in tutta la Regione, come del resto nell’intero Paese, l’avvio a riciclo cresce meno della raccolta differenziata.

Il divario sta negli scarti della raccolta differenziata, derivanti da errati conferimenti da parte della cittadinanza, che vengono individuati per tempo – ovvero prima che arrivino negli impianti di riciclo come cartiere, vetrerie, etc – dalle apposite piattaforme di selezione presenti in Toscana, per poi essere indirizzati a impianti di recupero energetico (come i termovalorizzatori) o discarica. Impianti che, beninteso, servono anche per gestire gli inevitabili rifiuti che esitano a loro volta dai processi industriali di riciclo.

   

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