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Informazioni sull'Isola
Minarologia e Geologia dell'Isola del Giglio
La mostra permanente mineralogica e geologia dell’Isola del Giglio, (situata a Giglio Porto in Via Provinciale n° 9) è formata in gran parte dalla collezione privata del professor Alessandro Fei - ora Curatore Scientifico del Museo - generosamente donata al Comune, e da una ricca collezione di campioni di Pietralta di proprietà del Comune stesso. Il Museo, come annota Fei, è strutturato, come prevede la nuova museologia, per rispondere a dei “perché” anziché mostrare nella sua interezza le collezioni di minerali, rocce, documenti e immagini raccolte dallo studioso in più di trent’anni di ricerche.
Varcata la soglia del Museo, si incontrano i pannelli che illustrano la nascita dell’Isola, ovvero cercano di spiegare perché questa è fatta di granito, ofioliti e rocce sedimentarie, perche c’è un giaciemento di pirite, perché il granito gigliese somiglia moltissimo a quello dell’Isola d’Elba, di Montecristo, della Sardegna ect. Proseguendo nella visita si incontrano le vetrine dei minerali: si comincia con i campioni provenienti dalla punta di Pietralta, uno dei più interessanti “laboratori naturali “ d’Italia – se non di tutta Europa – per lo studio delle alterazioni dei solfuri misti ivi presenti, ben noto ai collezionisti di minerali per gli splendidi campioni di "quarzo e malachite”: tra gli altri si segnalano i cristalli di atacamite, l’anglesite in individui trasparenti, la fosgenite, la calcopirite in cristalli dalle forme quanto mai desuete, la galena in rarissimi individui tabulari, la cerussite in aggregati “a covoni”, i campioni di azzurrite, smithsonite etc. che hanno reso famosa questa località mineralogica toscana.
Seguono due vetrine sui minerali del Franco: si vedranno, tra le altre, le evanescenti stalattiti della cava del Campese, frutto di fenomeni carsici “di frattura” nel calcare brecciforme, il gesso di Punta delle Saline, il diallagio, la pirolusite e l’epidoto del Poggio Giannetto.
Quindi ci si addentra nei segreti della miniera, ovvero nella storia dell’escavazione della pirite, attraverso campioni, cartelloni, documenti d’archivio (tra cui alcune mappe della miniera), fotografie di gallerie, tramogge e discariche oggi scomparse.
Due interessanti palchetti conservano campioni delle specie mineralogiche della Spiaggia di Campese: spiccano gli unici esemplari finora reperiti di quarzo verde (prasio) e quarzo nero (morione), quest’ultimo in un curioso habitus biterminato ed un interessante cristallo di azzurrite.
Dopo essersi soffermati davanti alle principali località dell’Isola si prosegue alla scoperta del granito e dei minerali gelosamente conservati dentro i suoi filoni: dall’allanite – considerata da molti la più bella in Italia - al berillo, dalla fluoroapatite in cristalli visibili a occhio nudo alla muscovite, dall’ortoclasio al quarzo, dalla grafite alla biotite ed alla lepidolite, dall’andalusite alla vivianite, per terminare con i bellissimi cristalli di berillo acquamarina e di elbaite (tormalina policroma).
Dulcis in fundo, la visita termina ammirando le tormaline della punta dell’Arenella, dal tipico – ed unico al mondo – habitus discoidale ed i giganteschi cristalli di tormalina nera delle pegmatiti del poggio della Pagana.
Informazioni sull'Isola
All'interno di questa pagina una raccolta di video di Massimo Bancalà autore del sito web Buon Capodanno 2013
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Informazioni sull'Isola
Le poesie dell'Isola
In questa pagina sono raccolte le poesie dell'Isola inviate dai visitaori e dai gigliesi, invia la tua poesia sull'Isola, su un luogo o un personaggio a te caro.
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Autore: Loris Rum |
Autore: Loris Rum |
Autore: Tonino Ansaldo |
Autore: Tonino Ansaldo |
Autore: Tonino Ansaldo |
Autore: Massimo Bancalà |
Autore: Aldo Assetta |
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INFORMAZIONI SULL'ISOLA
Canzoni del Giglio
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Canzoni Gigliesi
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INFORMAZIONI SULL'ISOLA
Le tradizioni
Le tradizioni e le usanze permettono la trasmissione del patrimonio culturale (memorie, notizie e consuetudini) delle generazioni passate attraverso la documentazione scritta e la comunicazione orale. Attraverso ricerche e indagini sulle usanze gigliesi possiamo affermare che la musica, il canto ed il ballo sono, da sempre, una delle maggiori espressioni dell'isola. Il suono del mare che si infrange sugli scogli, il soffio del vento, il cinguettio degli uccelli sono alcune delle ispirazioni dei musicisti che descrivono l'amore per il Giglio attraverso melodie e note. In queste poche pagine cercherò di raccontare, attraverso la musica, i testi delle canzoni e descrivendo i personaggi che le hanno scritte, la tradizione musicale isolana. Infine la festività di San Mamiliano, la più sentita da tutti gli isolani, rappresenta la chiusura della stagione estiva e con spettacoli, balli e canti ci si dà il saluto alla prossima estate. Un aspetto caratteristico di questa giornata è il tradizionale Palio degli Asini dove concorrono, nella piazza principale di Giglio Castello, le quattro contrade: la Cisterna, la Casamatta, la Rocca e ………. Riporto qui di seguito i testi e i brani delle nostre più belle canzoni. |
Canzoni Gigliesi
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INFORMAZIONI SULL'ISOLA
La Costa
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Giro dell'Isola in barcaViaggio intorno all'isola. Seguimi ti farò visitare e conoscere la costa in un giro virtuale per visitarla in anteprima e impare i nomi delle cale, degli scolgli e le spiagge. |
Il dialetto le parole strane dei gigliesi.Le parole che rendono il linguaggio dei gigliesi simile ad un dialetto. Da abbise a zirro cerchiamo di elencare in ordine alfabetico i termini usati ancora oggi dalle persone anziane. |
SoprannomiFin dai tempi più antichi i gigliese usano riconoscersi oltre che con il nome ed il cognome a volte troppo comuni con un soprannome o un nomignolo. |
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La macchia mediterranea.
Piante e Vegetazione
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Centri abitati
Giglio Porto
Unico Porto dell'Isola, piccolo e pittoresco, dalle case multicolori ed il mare di una limpidezza impensabile per un porto (se ne vede il fondale) riesce a conciliare, le esigenze commerciali con quelle turistiche. Costruito per la prima volta dai Romani, rimase tale per circa 18 secoli, poi ampliato nel 1796, e nel 1979 in seguito ad una mareggiata eccezionale. Sulla sua sinistra si trova la Torre del Saraceno costruita nel 1596 per volere di Ferdinando I, e poco oltre, La caletta del Saraceno, dove, a pelo d'acqua, si distinguono bene, le mura della cetaria per l'allevamento delle murene, parte dell'imponente Villa Romana (I-II sec.d.C.) dei Domizi Enobarbi, i cui resti sono stati, in passato, in gran parte inglobati nel centro abitato. |
Giglio Castello
Sede Municipale, sito a quota 405sIm, è cinto da imponenti mura intervallate da tre torri a pianta circolare e sette a base rettangolare. Eretto dai Pisani nel XII sec., più volte ampliato e restaurato dai Granduchi di Toscana, è a tutt'oggi pressochè intatto nel suo interno. Le vie strette, spesso sormontate da archi, i balzuoli (scale esterne per accedere ai piani superiori), la Piazza XVIII Novembre sulla quale domina la Rocca Aldobrandesca, imponente costruzione difensiva, fanno di Giglio Castello una meta suggestiva, dal fascino unico. Da non dimenticare una visita alla Parrocchiale, che conserva pregevoli oggetti sacri e non, e le numerose cantine dove viene prodotto e conservato il tipico, ambrato e robusto vino Ansonaco.
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Giglio CampeseUltimo a nascere come centro abitato, costituisce, oggi, l'insediamento turistico più importante dell'Isola con la sua bella e ampia spiaggia sabbiosa. L'incantevole baia, è incorniciata, dal Faraglione da un lato, e dall'imponente Torre medicea dall'altro. La Torre, costruita tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII sec., un tempo si ergeva completamente isolata sugli scogli, mentre ora è collegata da un piccolo ponte, e fu meta difensiva dell'eroica cacciata dei tunisini nell'ultimo attacco barbaresco il 18 novembre 1799. I venti che spirano da sud, che qui giungono alle spalle, fanno, della baia di Campese, palestra ideale per amanti di surf e vela; mentre l'esposizione ad ovest ne fa teatro di stupendi tramonti. . |
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SoprannomiFin dai tempi più antichi i gigliese usano riconoscersi oltre che con il nome ed il cognome a volte troppo comuni con un soprannome o un nomignolo. |
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Geografia
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La nascita dell'Isola
La nascita del Giglio è il risultato di un lentissimo innalzamento del fondale marino. Sono state formulate varie ipotesi, ma quella più attendibile sulla ormazione del complesso è la seguente: a) sul fondale erano presenti ammassi di rocce sedimentarie che fecero fondere masse di granito generando pressioni sulle rocce sottostanti; b) il granito fuso, più leggero delle rocce soprastanti, tese a risalire in superficie spingendo in alto lo strato di sedimento che ricopriva il magma granitico e lo sollevò fino a farlo emergere dal mare; e) si venne così a creare un ampio tratto di terre emerse che univano il Giglio all'Argentario, allora ancora inesistenti come entità separate. Questo processo è riconducibile a circa 5 milioni di anni fa; d) le azioni erosive degli agenti atmosferici, misero a nudo il granito liberando lo dalle rocce sedimentarie di copertura, ed il Giglio assunse la sua forma attuale; e) le rocce che costituivano il "ponte" tra i futuri Giglio e Argentario,furono completamente erose non presentando granito sottostante, tenace e resistente all'erosione. |
Toponomastica
Le foto della costa inserite in questa pagina con le zone dei punti segnalati è accompagnata dalla cartina con i nomi che consigliamo di stampare, passando con il mouse sulla cartina viene evidenziata la cartina con tutti i nomi dati alle cale e agli scogli, cliccatela per ingrandirla e per stamparla. |
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CALA DEL SARACINO: vi erano approdati i Saraceni. IL MIGLIACCIO: stampata su un liscione, vicino all'albergo Saraceno, ha la forma di un tipico dolce gigliese. LE MARINE: era un luogo dove le donne facevano il bagno. LE CORNE: su uno scoglio sembra scolpita una mano atteggiata a coma. IL CANE: è uno scoglio che assomiglia al muso di un cane. |
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CALA DELLO SMERALDO: lì l'acqua ha il colore dello smeraldo. CALA DELLE CANNELLE: lì vicino c'è una valle e la presenza d'acqua fa crescere un canneto. IL CANNONE: viene fuori dalla costa uno spuntone di roccia simile al fuso del cannone, rivolto verso il mare. PUNTA CAPO MARINO: scogli che sporgono. IL BACCELLO: c'è uno scoglio a forma del seme del baccello. CALA DELLE CALDANE: è una cala riparata, dove fa molto caldo. I PUNTONI: c'erano massi di granito appuntiti ricavati dalle cave. ACQUA DEL PRETE: vi è una sorgente di acqua dolce a pochi metri dal mare detta del prete, che era il padrone dei terreni lì attorno. PUNTA TORRICELLA: in antichità c'era una piccola torre. CALA DEGLI ALBERI: alle spalle della cala, crescono tanti alberi. IL TAMBURO: è un grosso scoglio che esce dal mare a forma di tamburo. LO STIVALE: c'è uno scoglio a forma di stivale. L'ORECCHINO: c'è uno scoglio che assomiglia al lobo di un orecchio. LO SPECCHIO: un piccolo foro di una decina di centimetri su uno scoglio sul mare permette di vedere l'acqua dall'altra parte, quasi fosse riflessa. ZAMPA DI GATTO: c'è uno scoglio che assomiglia ad una zampa di gatto. PUNTA CORBAIA: c'è uno scoglio a forma di corba (cesta). CALA DELLA ROVINA: scoglio scosceso. TAVOLA DEL MAGGIORE: un grande masso squadrato Staccatosi dalla montagna assomiglia ad un tavolo. Del Maggiore perché padrone dei terreni lì attorno. IL FORONE: ìl forone corrisponde al delfino, lì andavano i delfìni a mangiare i pesci catturati dalle reti dei pescatori. CALA TAMBURATO: ci sono scogli a forma di tamburo. CALA SARACINESCA: c'è uno scoglio simile ad una saracinesca. PUNTA CAPEL ROSSO: ci sono scogli ramati che sembrano attraversati da venature simili a capelli rossi. SCHIZZATOIO: vicino al mare c'è uno scoglio con un grosso foro, così che quando vi si infrange il mare questo schizza fuori formando tanti spruzzi. SALTO DI GIANNI: da uno scoglio alto si tuffò un certo Gianni. CALA DELLE TRÉ FONTI: perché vi sono Sorgenti di acqua dolce. CALA DELL'ALTURA: roccia alta e scoscesa. PUNTA DEL SERRONE: territorio molto assolato e caldo come una grande serra. IL SEGATO: perché una "cote" di granito sembra tagliata da una sega. L'ARCHETTO: con l'erosione del mare e del vento hanno formato un arco naturale nella roccia. CALA DI PIETRABONA: c'era uno scoglio grande e piano adatto all'attracco delle barche che dovevano caricare l'uva raccolta nelle vigne li vicino. CALA IL CATINELLO: fra gli scogli c'è una conca che sembra un piccolo catino. I FAMILIARI / PALMAIO: lì c'è una grande palma. CALA DEL CORVO: vi nidificavano dei corvi. RIPA DELLA PENNA: vi si trovavano le penne dei corvi che nidificavano li vicino. LO SROVINATO: la costa si presenta molto rovinata, presentando massi e frane sparse. PUNTA DELL'ERESIA: vi è la convergenza di correnti contrarie e perciò c'è sempre mare agitato ("eresia" sta per aresia: roccia scoscesa). CALA LA SPIGOLA: è riferita al piccolo tappo fatto a tronco di cono che serviva per assaggiare il vino. SCOGLIO LA CAPPA: è un isolotto a forma di cappa. CALA DELL'ALLUME: nelle vicinanze vi era un particolare minerale: l'allume di rocca. CALA DEL SALTO DEL CANE: è una caletta molto stretta, tanto che un cane poteva saltare da una parte all'altra. PIETRALTA: è una roccia alta e scoscesa. SALINE / SALINELLE: nelle fosse degli scogli si depositava l'acqua che, evaporando, lasciava il sale. PUNTA, SCOGLIO, SPIAGGIA DI MEZZOFRANCO: sono situati nel territorio del Franco. PUNTA GESSO: è una scogliera chiara come il gesso. LA LETTERA: è uno scoglio piatto vicino al mare simile al foglio di una lettera. POZZARELLO: lì vicino c'era un pozzo di acqua dolce. LA DONZELLA: è uno scoglio che assomiglia ad una giovane donna. PERTUSO: è una cala stretta, angusta (pertugio). ISOLELLA: è una scogliera staccata dalla costa. SCALETTINO: scogli degradanti che permettono di scendere in mare come su una scaletta. PIGNOCCHI: gli scogli assomigliano a piccole pigne. CALA DI SPARAVIERI: i Turchi durante un'incursione, spararono su quelle rocce. IL CHIAPPONE: è un canalone vicino al mare in mezzo al quale si erge uno sperone di roccia dove i pescatori legavano la sciabbica invece di gettare la mazzera con il pedagno. CALA DI BONGIOVANNI: il terreno alle spalle della cala era di un certo Giovanni. PUNTA DELLE SECCHE: lì vicino ci sono le secche. CALETTA DEI SAPONI: tré grossi blocchi di granito staccatisi dalla mon tagna assomigliano a tré pezzi di sapone. PUNTA FENAIO: in passato i contadini vi ammucchiavano e conservavano il fieno. IL RICCIARDO: il fondale era ricco di ricciarde. CALA SACCO DI TINTA: vi sono sulla costa delle buche naturali dove i pescatori tinteggiavano le reti, utilizzando la corteccia dei pini che vi sono nelle vicinanze. SCOGLIO TRENICAIOLO: è uno scoglio che si muove quando il mare è mosso. PUNTA DEL MORTO E CALA DEL MORTO: poiché vi fu trovato morto un contadino gigliese. LA ROTA: sulla costa tra la macchia vi si scorge un sasso a forma di ruota. CALA CARBUGINA: con la legna che raccoglievano facevano il carbone. BANCA PIANA: vi è una cote a forma di panca. TESTA DI DANTE: è uno scoglietto che esce dal mare e che presenta, visto dalla parte a nord, il profilo di Dante. PUNTA DELLA CROCE: un grande scoglio sul mare presenta una spaccatura a forma di croce. , LA MELA: un grosso scoglio vicino al mare presenta la figura di una mela. IL COLOMBO: vi nidificavano i colombacci. CALA DELLA CAMPANA: c'è uno scoglio simile ad una campana rovesciata. PUNTA SUBBIELLI: lì vicino si escavava il granito con le subbie (scalpelli). LA CALETTA: è una piccola cala. PUNTA CAPEZZOLO: era così chiamata per uno scoglio che assomigliava ad un capezzolo. Recentemente lo scoglio si è staccato dalla parete rocciosa come è visibile dalla seconda immagine. CALA ARENELLA: la rena della spiaggia era sottile. IL PICCIONE: vi erano nidi di piccioni. CALA CUPA: è una cala stretta e profonda. GLI SCOGLIONI: grandi blocchi di granito isolati sul mare. SCOGLIO DELLA NAVE: è uno scoglio in mare, sulla punta del Lazzaretto, simile alla prua di una nave. CALA DI MEZZO: è situata fra la Cala del Lazzaretto e Cala Cupa. LA GABBIANARA: su quello scoglio si fermano numerosi gabbiani. CALA DEL LAZZARETTO: c'era un Lazzaretto dove tenevano in quaran tena i malati di peste. CALA DELLA FICAIACCIA: c'era una grossa ficaia selvatica. LA SPIAGGETTA: creata artificialmente dai gigliesi e frequentata per la comodità e bellezza. |
Minerali
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Cave
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Geografia
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I primi abitanti dell'Isola
L'uomo ha iniziato a popolare l'isola molto prima dell'Età Romana. Nel 1968, da uno scavo accurato e scientifico, emersero reperti neolitici, dell'età del ferro, etruschi, romani, bizantini, medioevali che attestano che l'isola era conosciuta, abitata e sfruttata sin dalla preistoria. Oggetti di pietra e precisamente tre punte di freccia, una di diorite, una di diaspro e una di selce sono state ritrovate in loco da un mineralogista, direttore delle miniere elbane, Raffaello Foresi. La qualità di pietra, però, non esiste al Giglio quindi si presume che i primitivi abitanti la portarono con loro per commerciare con il continente o le altre isole. Tali reperti sono conservati nel museo fiorentino di Preistoria. Nel periodo neolitico gli uomini vivevano in capanne che, raggruppate, formavano villaggi organizzati: per gli animali venivano eretti muri di recinzione. Sull’isola sono ancora visibili delle cavità, artificialmente create nei massi di granito, dove le donne macinavano il frumento con rotondi macinelli, sassi raccolti sulla riva del mare e usati per la loro forma levigata. Lo spazio sovrastante le capanne e i recinti era il luogo di riunione per i membri del villaggio ed era spianato e circondato da lastroni di granito. Sull’insieme dominava la costruzione del capo della comunità. Perfettamente leggibile, è ancora oggi, il perimetro in pietra. |
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Minerali
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