foto Alessio Gambini |
fonte elbareport.it
Revisione della Legge 394/91 ma attuazione degli accordi europei e internazionali per estendere le aree protette a mare e a terra.
Il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (MASE) ha pubblicato l’”Atto di indirizzo sulle priorità politiche per l’anno 2024 e per il triennio 2024-2026” che si si rivolge, in particolare, ai Centri di Responsabilità Amministrativa del Ministero.
Il MASE evidenzia che «Le priorità politiche sono state definite in coerenza con il programma di Governo e, nello specifico, con il Documento di Economia e Finanza (DEF) 2023 e con la relativa Nota di aggiornamento, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) approvato il 24 novembre 2023, con gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall’ONU con l’Agenda 2030 e richiamati in Italia nella rinnovata.
Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, con gli impegni internazionali per il contrasto ai cambiamenti climatici fissati nell’Accordo di Parigi del 2015 con particolare riferimento alla Conferenza delle Parti – COP29, con il “Post 2020 Global Biodiversity Framework (GBF)” approvato a dicembre 2022 dalla COP 15 della CBD, che definisce il quadro decennale al 2030 delle azioni per arrestare ed invertire la perdita della biodiversità e garantire la salvaguardia e il ripristino degli ecosistemi terrestri e marini, con il Green Deal europeo, la proposta “Fit for 55” e RePowerEU, incluse le misure per gli investimenti e la finanza sostenibile con gli impegni sull’Iniziativa Youth4Climate in partnership con il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP), con gli impegni derivanti dal turno di Presidenza italiana del G7 e il G20 a presidenza Brasiliana, con le disposizioni applicabili alle aree di competenza del Ministero, nonché con la vigente normativa in materia di trasparenza e prevenzione della corruzione nelle Amministrazioni pubbliche».
L’atto di indirizzo indica 7 priorità, la Priorità politica n. 4 riguarda le Aree protette e la tutela della natura. Ecco cosa prevede il MASE:
Tutela della biodiversità e degli ecosistemi terrestri, costieri e e marini a: attuazione della StrategiaNazionale per la Biodiversità, efficientamento della gestione della “Rete Natura 2000”, riforma e innovazione della governance e del sistema di gestione degli Enti parco nazionale e della Aree Marine protette e digitalizzazione dei Parchi e delle Aree Marine protette, prevenzione e mitigazione dell’inquinamento marino e riduzione degli impatti antropici sugli ecosistemi.
L’obiettivo primario è costituto dall’avvio di una profonda riforma e innovazione della governance e del sistema di gestione degli Enti parco nazionale e della Aree Marine protette, operando una revisione e un aggiornamento della legge n. 394/1991, che nel corso degli anni è stata oggetto di una serie di modificazioni che hanno comportato ad esempio la soppressione del principale strumento di programmazione: il Programma triennale per le aree naturali protette – soppresso dall’art. 76 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112.
I parchi nazionali italiani occupano una estensione di oltre sedicimila chilometri quadrati, circa il 6% della superficie nazionale e l’Italia è uno dei paesi con più parchi in Europa. L’ultimo Parco nazionale – quello dell’Isola di Pantelleria – è stato istituito nel 2016, i procedimenti di istituzione dei nuovi parchi sono fermi da anni.
Inoltre, la maggior parte dei parchi non ha ancora adottato il Piano per il parco che costituisce lo strumento di indirizzo fondamentale e ancor meno sono i parchi per i quali è vigente il Regolamento del Parco, strumento operativo essenziale.
Al fine di rendere propulsivo e dotare di maggior strategia e visione il sistema dei parchi che, oltre alla tutela dei valori naturali, storici ed ambientali, dovrà attuare una maggior sinergia con il Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste e con il Ministero del turismo e semplificare tutte le procedure afferenti ai Parchi nazionali ed alle Aree marine protette, nel corso del 2024 si dovrà procedere ad una incisiva revisione della legge n. 394/1991.
La nuova strategia e l’innovazione della gestione degli Enti parco nazionali e della Aree Marine protette, potrà consentire anche di accrescere l’efficacia degli interventi previsti nel PNRR che ha assegnato un ruolo significativo alle tematiche della conservazione della biodiversità e dell’innovazione del sistema nazionale delle aree protette con ben cinque Investimenti.
Significativo è l’intervento previsto nel PNRR M2C4 3.1 “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano”, finalizzato alla forestazione urbana e periurbana nelle aree vaste delle 14 Città metropolitane, con la messa a dimora di 6.6 milioni di alberi, al 2026, per la tutela della biodiversità e l’efficientamento dei servizi ecosistemici, per contrastare il superamento dei limiti d’inquinamento atmosferico, per agevolare l’assorbimento di CO2 e per mitigare gli effetti delle “isole di calore”, per migliorare la salute e il benessere dei cittadini.
L’intervento M2C4 3.2 – Digitalizzazione dei Parchi nazionali e delle aree marine protette – pone al centro un processo complesso di digitalizzazione che costituisce uno strumento più dinamico per il monitoraggio della biodiversità, ma anche per ottenere l’implementazione dei sistemi di sorveglianza dei percorsi ciclabili e dei sentieri all’interno del perimetro dei parchi nazionali, nonché di emergenza e soccorso dei visitatori. Inoltre, una infrastruttura digitale comune a tutte le aree protette nazionali potrà costituire la base per l’implementazione di un sistema a rete delle aree protette quali snodi di eccellenza per la biodiversità, per le tradizioni locali e per lo sviluppo di un turismo sostenibile nel rispetto della missione di salvaguardia del capitale naturale. L’infrastrutturazione informatica dei parchi nazionali e delle aree marine protette ha anche come obiettivo una semplificazione amministrativa dei servizi resi all’utenza per il miglioramento dei rapporti con i residenti nei parchi e nelle aree protette.
Anche l’investimento – M2C4 3.3 “Rinaturazione dell’area del Po”- è rilevante quale progetto pilota per una serie di azioni tese a ridurre l’artificialità dell’alveo del fiume e riforestarne diffusamente le sponde, con gli obiettivi principali di regolazione del ciclo idrologico, della connettività ecologica ripariale, della capacità autodepurativa e di protezione dall’erosione.
In ambito marino, un obiettivo fondamentale è quello fissato dall’investimento – M2C4 3.5 “Ripristino e tutela di fondali e habitat marini” – che prevede la mappatura e il monitoraggio dei fondali e dei sistemi marini e il ripristino ecologico degli stessi ed ha rilievo anche l’investimento M3C2 1.1 denominato “Porti verdi” che consentirà alle Autorità di Sistema Portuali, attraverso progetti integrati per interventi di efficientamento energetico con l’uso di energie rinnovabili e la riduzione dei consumi, di rendere le attività portuali sostenibili dal punto di vista ambientale e compatibili con i contesti urbani di collocazione.
Questi Investimenti, per i quali si continuerà ad assicurare il massimo impegno al fine di raggiungere gli obiettivi e i traguardi fissati dal PNRR, si situano nel contesto della Strategia Europea per la Biodiversità al 2030 (30% di aree protette e di 10% di aree rigorosamente protette) che non può prescindere da una diffusa azione di ripristino ambientale degli habitat degradati più a rischio e dal valore ambientale più elevato, che salvaguardi la diversità di flora e fauna esistenti e che richiede un forte impegno per estendere la superficie protetta italiana, definendo, in via prioritaria, i procedimenti attualmente in corso per l’istituzione dei parchi nazionali e delle aree marine già previsti per legge.
È inoltre fondamentale continuare ad implementare i piani d’azione per le specie faunistiche, in particolare modo per quelle a rischio, alla luce anche degli obiettivi programmatici dell’articolo 9 della Costituzione che attribuisce alla Repubblica la tutela della biodiversità e degli ecosistemi e alla legge dello Stato la definizione dei modi e delle forme della tutela degli animali. La tutela degli ecosistemi e della biodiversità verrà anche garantita dall’avvio dei processi di digitalizzazione entro il 2026 dei parchi nazionali e delle aree marine protette in fase di realizzazione con il citato investimento PNRR.
Importante è l’attuazione della Strategia nazionale per la Biodiversità 2030, recentemente approvata, in coerenza con quanto si sta definendo a livello internazionale in materia di biodiversità, in particolare rispetto agli obiettivi e traguardi previsti dal recente GBF post 2020, approvato dalla COP15 della CBD, ed in modo da inserirsi, a pieno titolo, nell’ambizioso quadro per il 2030 delineato dall’Unione europea attraverso il “Green Deal”, con il supporto dell’EU Next Generation, e che si sta sviluppando con il percorso di transizione ecologica e di contrasto alla crisi climatica delineato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dal Piano della Transizione Ecologica (in via di definizione) e dalla Strategia Nazionale per Sviluppo Sostenibile.
1 - Costruire una rete coerente ed efficacemente gestita di Aree Protette terrestri e marine per il raggiungimento dei target del 30% di aree protette da istituire a terra e a mare, e del 10% di aree rigorosamente protette (obiettivo del KMGBF). L’attività condotta a scala regionale per l’identificazione e attuazione degli obiettivi e delle misure di conservazione dei siti della Rete Natura 2000 rappresenta un pilastro fondamentale per il raggiungimento di questo obiettivo. Tutto ciò anche al fine di superare i contenziosi comunitari ancora in atto;
2 - Ripristinare gli ecosistemi terrestri e marini, in particolare garantendo il non deterioramento di tutti gli ecosistemi ed assicurando che vengano ripristinate vaste superfici di quelli degradati, con particolare riguardo al 30% delle specie e degli habitat di interesse comunitario e garantire il non deterioramento dei restanti (obiettivo del KMGBF).
In termini di digitalizzazione dei Parchi nazionali e delle aree marine protette, l’intervento previsto nel PNRR pone al centro un processo complesso di digitalizzazione che costituisce uno strumento più dinamico per il monitoraggio della biodiversità, ma anche per sviluppare servizi digitali a supporto dei visitatori delle aree protette e per la semplificazione amministrativa. Inoltre, una infrastruttura digitale comune a tutte le aree protette nazionali potrà costituire la base per l’implementazione di un sistema a rete delle aree protette quali snodi di eccellenza per la biodiversità, per le tradizioni locali e per lo sviluppo di un turismo sostenibile nel rispetto della missione di salvaguardia del capitale naturale. L’infrastrutturazione informatica dei parchi nazionali e delle aree marine protette ha anche come obiettivo una semplificazione amministrativa dei servizi resi all’utenza per il miglioramento dei rapporti con i residenti nei parchi e nelle aree protette, nonché con i visitatori italiani e stranieri.
Sempre per quanto concerne l’ambiente marino-costiero, l’attuazione della Direttiva Quadro sulla Strategia Marina e della Direttiva sulla Pianificazione Spaziale Marittima, costituiscono i più importanti strumenti unionali per garantire il buono stato ambientale della biodiversità e degli ecosistemi marini e, congiuntamente, la sostenibilità delle attività antropiche in mare. L’attuazione di tali strumenti non possono prescindere da una diffusa azione di ripristino ambientale degli habitat marino-costieri degradati.
È altresì di fondamentale importanza conseguire un sostanziale rafforzamento dell’efficienza nell’attuazione della Rete Natura 2000, anche mediante l’ampliamento della rete natura 2000 a mare, finalizzato non solo al raggiungimento degli obiettivi delle Strategie Europea e Nazionale sulla Biodiversità e della Strategia Marina, ma anche al superamento dell’infrazione Comunitaria e dell’EU Pilot, attualmente in essere. Per conseguire tali risultati è fondamentale un costante e organizzato coordinamento con le Regioni, cui è delegata la realizzazione della Rete Natura 2000. In questa ottica, inoltre, potranno essere sviluppate importanti sinergie alla luce della recente designazione da parte dell’Organizzazione Marittima Internazionale del Mediterraneo Nord Occidentale quale Area di Mare particolarmente Sensibile (PSSA Particularly Sensitive Sea Area) con l’obiettivo di tutelare le popolazioni di cetacei presenti nel Mediterraneo Nord Occidentale e nel Santuario dei Cetacei Pelagos.
da greenreport.it